Interrogazione

Bistrot alla Carrara, Tentorio: «Caffetteria museale? Ha operato come se fosse un ristorante a pieno titolo»

La consigliera di FdI chiede lumi su alcune criticità riguardo la gestione dell'attività aperta un anno fa nei giardini dell'Accademia

Bistrot alla Carrara, Tentorio: «Caffetteria museale? Ha operato come se fosse un ristorante a pieno titolo»

Introiti, ricavi, obiettivi, visitatori e investimenti: questi i punti focus dell’interrogazione a firma di Ida Tentorio (FdI) che ha come protagonista il Bistrot della Carrara, aperto un anno fa nei nuovi giardini dell’Accademia Carrara e che «continua a generare dibattito pubblico, anche in relazione a iniziative giudiziarie e a ulteriori sviluppi tuttora in corso».

Le criticità sollevate da Tentorio

«Dal contratto stipulato in data 31 agosto 2023 – esordisce la consigliera di minoranza nella sua interrogazione – emergono elementi di criticità, in particolare con riferimento alla gestione delle attività consentite e alle modalità operative del servizio».

Tra le criticità evidenziate da Tentorio, emerge proprio l’attività del Bistrot stesso, che «non si è limitata agli orari di apertura del Museo, ma ha operato con accesso autonomo, orari ampliati e con caratteristiche assimilabili a quelle di un ristorante a pieno titolo, in locali di dimensioni significative e non riconducibili a una semplice caffetteria museale».

«Nel contratto – continua – non risultano indicazioni relative agli orari dell’attività, né specificazioni sulla possibilità di svolgere eventi autonomi da parte del gestore. Elementi rilevanti della gestione sono stati affidati a una “Proposta” della Società Finlatt allegata al contratto senza una chiara distinzione tra le parti ancora vigenti e quelle superate o non applicabili».

Una proposta che non contempla lo svolgimento di eventi autonomia, come compleanni o serate musicali, ma «solo la disponibilità a collaborare a eventi richiesti da PwC o dalla Fondazione Carrara; ne consegue che gli eventi autonomamente organizzati negli ultimi due anni devono intendersi come non previsti e quindi ricadenti nella responsabilità della Fondazione».

L’intera vicenda, aggiunge la consigliera, «appare segnata da approssimazione e da una carente definizione delle modalità con cui perseguire e misurare i due distinti obiettivi originali», ovvero «il rafforzamento dell’attrattività culturale della Carrara e l’aumento dei visitatori» e «la messa a reddito degli investimenti effettuati e degli spazi concessi, con ricadute sulle finanze comunali o sulla sostenibilità della Fondazione».

Focus su introiti, obiettivi economici e visitatori

Diversi i quesiti posti da Tentorio, che in primis chiede «quali siano stati, negli ultimi due anni, gli introiti derivanti dal rapporto con la Società Finlatt, con particolare riferimento alla quota variabile collegata al superamento della soglia degli 800 mila euro di incassi». Ma anche se la Fondazione «disponga della distinzione dei ricavi tra incassi relativi alle ore di apertura del Museo e incassi derivanti dall’attività serale del ristorante».

La consigliera chiede inoltre «quali fossero gli obiettivi economici e gli obiettivi di incremento dei visitatori previsti al momento dell’avvio dell’iniziativa» e «se esista, a due anni dall’apertura, una stima attendibile dei visitatori aggiuntivi del Museo attribuibili alla presenza della caffetteria/ristorante».

Infine, domanda quali siano gli investimenti complessivi sostenuti per la realizzazione del ristorante (di 940 mq), delle attrezzature e dei camminamenti, oltre a chiedere quale sia – alla luce del mercato immobiliare cittadino – un canone di affitto congruo e se siano previste riduzioni dei contributi comunali alla Fondazione.

Oltre a quali iniziative la sindaca Elena Carnevali, anche in qualità di presidente della Fondazione Carrara, intenda adottare «qualora dagli elementi raccolti risultassero esiti inferiori agli obiettivi dichiarati, anche valutando l’accertamento di responsabilità decisionali interne alla Fondazione».