Blocco diesel Euro 5, Legambiente: «Si criticano l'Europa, ma gli incentivi sono poco efficaci»
Le sezioni dell'associazione di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte sulle limitazioni che dovrebbero entrare in vigore dal 1° ottobre

Dopo l'approvazione della mozione, da parte del consiglio di Regione Lombardia, per chiedere al governo di sospendere le limitazioni legate alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, sul fatto è intervenuta anche Legambiente Lombardia.
Stando alla misura, dal 1° ottobre 2025 al 15 aprile 2026, i veicoli diesel Euro 5 non potranno più circolare sulle strade dei Comuni con più di trentamila abitanti (Bergamo e Treviglio) del bacino padano, Lombardia compresa. Si stima che saranno circa sessantacinquemila i veicoli coinvolti in Bergamasca. Per questo motivo, il consiglio regionale ha approvato lo scorso 10 giugno una mozione in cui viene chiesta al governo la sospensione di queste limitazioni.
La replica di Legambiente
«Ancora una volta si cerca di rinviare l'inevitabile, per giunta, imputando al Green Deal europeo la responsabilità di una misura varata dall'attuale governo nel 2023 che, a ben guardare, ha una genesi ben più vecchia, risalente al 2017, anno del nuovo accordo di programma per il risanamento dell’aria del bacino padano. Lo stesso governo che oggi vorrebbe derogare questo divieto, imputando all’Europa la responsabilità della norma».
Questo quanto ha scritto in una nota Legambiente Lombardia, insieme alla sezione Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. «In questi anni, nulla è stato fatto a livello centrale per gestire il prevedibile impatto di un provvedimento assolutamente necessario, non solo per tutelare la salute pubblica, ma altresì per evitare nuove sanzioni. Una misura, quella del blocco degli Euro5, che era stabilita infatti nel Decreto Legge del 12/9/2023, n. 121».
Nel tempo trascorso non sono stati messi in campo strumenti utili ad accompagnare il passaggio, né dall'auto privata al trasporto pubblico, né da veicoli inquinanti a mezzi a zero emissioni - sottolinea Legambiente - «tuttora necessari per diverse categorie di utenti, quali artigiani, piccole imprese o pendolari che non hanno accesso ad efficienti infrastrutture di trasporto pubblico».
«Si preferisce invece attaccare le politiche europee - prosegue la nota -, evocando la presunta contrarietà dei cittadini alle auto elettriche. Ma la realtà è ben altra. Infatti, gli incentivi per l’acquisto di nuove auto negli ultimi anni sono stati poco efficaci, non solo perché sul mercato mancano modelli di utilitarie elettriche a basso costo, ma anche perché gli incentivi economici sono stati stanziati in maniera tale che fosse più conveniente acquistare un’auto endotermica».
«E a proposito di investimenti e incentivi - conclude Legambiente -, è bene ricordare che sul futuro delle infrastrutture del trasporto pubblico del Paese grava una pesante ipoteca, quella dei 13,5 miliardi necessari a realizzare il ponte sullo Stretto. Nel contesto attuale, è inevitabile chiedersi con quei soldi quanti interventi si potrebbero realizzare per garantire ai cittadini delle regioni padane, e di tutte le altre, un trasporto pubblico più capillare ed efficiente, oppure quante misure di sostegno, come micro-credito o social leasing, si potrebbero erogare ad artigiani, imprese e famiglie per dotarsi di mezzi a zero emissioni».
Come sempre, Legambiente centra in pieno il punto, in maniera apolitica e con i dati alla mano.
Legambiente parla nome di chi? Si sono presentati ad elezioni per poter rappresentare i cittadini? No. I loro pseudo dati non sono verificabili da nessuno e la loro smania di demagogia, non ecologia, porta ai danni economici per i cittadini e le imprese che tutti vediamo. I nostri prodotti costano il doppio di quelli importati da Cina, India, ecc., dove se ne sbattono degli euro 5,4,3,2,1, come della CO2, delle polveri e dell'ozono. Gli incentivi per le auto elettriche, che inquinano più delle attuali durante la produzione delle batterie e delle auto stesse, sono a carico delle tasse del solito Pantalone per favorire i giocattoli preferiti da queste associazioni, foraggiate dalla Von der Lien. Del resto solo la misera UE e la California si comportano così nel mondo. Poi la California brucia, ma senza inquinare che ha le auto elettriche, ovviamente. Legambiente la fa facile, coi sodi degli sltri però.