Barriere fino a 7,5 metri

Boccaleone, San Tomaso, Curno e Mozzo alzano barricate contro i muri delle Ferrovie

Nei quartieri e nei paesi del raddoppio della Seriate-Ponte San Pietro sale la protesta. Si chiedono modifiche al progetto, ma Rfi non ci sente

Boccaleone, San Tomaso, Curno e Mozzo alzano barricate contro i muri delle Ferrovie
Pubblicato:
Aggiornato:

di Paolo Aresi

È una specie di santa alleanza tra Mozzo, Curno e i quartieri di Boccaleone e San Tommaso. Riguarda il raddoppio del binario della ferrovia tra Ponte San Pietro e Seriate (o Montello). Per quanto riguarda Boccaleone c’è pure la questione del treno che collegherà la stazione di Bergamo con l’aeroporto di Orio al Serio che, per un tratto di un paio di chilometri, si sovrappone alla Bergamo-Seriate (in quel tratto, fino a poco oltre la via Rovelli, i binari saranno quattro).

Tutti si dicono favorevoli all’opera, ci mancherebbe, ma chiedono a Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) e alla Regione di venire ascoltati: vogliono che il progetto sia di qualità elevata affinché non finisca per peggiorare il servizio e la qualità urbana. In soldoni chiedono che il raddoppio del binario consenta di esercitare su quel tratto di ferrovia anche un servizio di tipo metropolitano o tranviario che dir si voglia. Insomma, come questo giornale sostiene da anni: chiedono che vengano istituite diverse fermate nei loro territori in maniera che il servizio riguardi i tanti cittadini che si spostano verso la città e dalla città verso i paesi. Per esempio, vengono richieste fermate al Polaresco, all’Esselunga, al passaggio a livello di Curno, alla Dorotina e via Piatti, alla via Manzoni (Mozzo) e alla via Piave (Ponte San Pietro). Dicono, giustamente: perché raddoppiare il binario se non viene effettuato un servizio davvero utile alla cittadinanza? Per avere qualche treno in più diretto a Brescia o a Lecco?

image-08-03-22-07-06-2
Foto 1 di 4
WhatsApp Image 2022-03-08 at 12.13.08
Foto 2 di 4
WhatsApp Image 2022-03-08 at 16.33.56
Foto 3 di 4
Via Moroni
Foto 4 di 4

No, non ne varrebbe la pena, dicono. Sarebbero soldi buttati via, o quasi. Ma da parte di Rfi e di Regione le risposte non sono positive. Perché? Perché certamente istituire un servizio misto ferroviario e “metropolitano” comporta un impegno in più, anche organizzativo. Non soltanto bisognerebbe allestire le fermate, ma anche acquistare gli elettrotreni adatti (tipo tram), gestire gli orari, il traffico dei convogli che si farebbe decisamente più intenso. Ma per Bergamo si tratterebbe di un passo in avanti notevolissimo verso una mobilità sostenibile, come si dice oggi.

Gli abitanti di Mozzo e di Curno si lamentano anche per il rischio di spaccatura del paese. Soprattutto quelli di Curno che vedrebbero sparire il passaggio a livello dietro le Crocette, dove si trova la trattoria del Tone. Rfi vuole chiudere il passaggio a livello e scavare un sottopasso ciclpedonale. Stop. In più inserirebbe barriere fonoassorbenti alte sette metri e mezzo, come a Boccaleone. A Curno una soluzione del genere la vedono come il fumo negli occhi e il Comune si è messo d’impegno per cercare di portare il progetto verso altre soluzioni, di qualità più alta. All’ingresso del municipio ha posto un’immagine dove si può ammirare la barriera fonoassorbente che taglierà il paese confrontata con il Muro di Berlino (alto tre metri e 60 centimetri) e con il muro voluto da Trump verso il Messico (alto cinque metri e 48 centimetri): quello di Rfi sarà alto sette metri e 50 centimetri.

Continua a leggere su PrimaBergamo in edicola fino al 17 marzo, oppure in versione digitale cliccando QUI

Seguici sui nostri canali