Pro e contro

Brebemi ha portato tanti benefici? Per Legambiente resta «un grande attrattore di cemento»

In 10 anni l'opera avrebbe portato benefici stimati in 1,2 miliardi di euro, ma in Bergamasca il consumo di suolo è pari a 224 ettari

Brebemi ha portato tanti benefici? Per Legambiente resta «un grande attrattore di cemento»
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Le Brebemi ha portato benefici economici, ambientali e sociali. Anzi, no. L'incontro di oggi (mercoledì 18 settembre), a palazzo Pirelli a Milano, per presentare la ricerca sulle ricadute dirette e indirette della Brebemi, con un elogio dell'opera da parte delle autorità, è stata accolta da una presa di posizione opposta di Legambiente, che invece ritiene che negli ultimi dieci anni l'infrastruttura abbia fatto più danni che altro.

All'evento erano presenti sia l'assessore regionale Claudia Maria Terzi che l'amministratore delegato di Aleatica, che gestisce l'autostrada da quattro anni, David Díaz Almazán, ma anche il direttore generale della A35, Matteo Milanesi, e la presidente di Concessioni autostradali lombarde, Cristiana Molin.

I vantaggi secondo lo studio

Sia la politica che i dirigenti della società si sono collegati allo studio, elaborato da Agici, società di ricerca e consulenza riconosciuta a livello nazionale come riferimento nel settore delle infrastrutture, per sostenere come sempre più utenti autostradali privilegino il servizio. Ciò grazie ai tempi di percorrenza, alla scorrevolezza del traffico e ai suoi standard di sicurezza e comfort di guida. Inoltre, secondo la ricerca l’autostrada ha decongestionato la viabilità ordinaria nei centri abitati della pianura, passando dai quasi ottomila veicoli giornalieri medi nel 2014 ai 26mila del 2023, con una crescita del +220 per cento, che si traduce in un incremento annuo del +16 per cento.

Negli ultimi dieci anni, la Brebemi ha avuto benefici diretti stimabili dal punto di vista economico in 1,2 miliardi di euro, tenendo conto della riduzione dei tempi di percorrenza rispetto a viabilità ordinaria e A4, di circa 2,9 milioni di ore all'anno, con un beneficio totale pari a 820,1 milioni di euro. Ma anche della riduzione di costi di trasporto (carburante e operativi), pari a 180 milioni di euro. Sono diminuite inoltre le emissioni inquinanti, di anidride carbonica e del rumore, con benefici ambientali per 165 milioni di euro. Nel corso della conferenza si è inoltre sottolineato l’impegno di Brebemi e Aleatica nel circuito Arena del Futuro, dove si sta testando una tecnologia di ricarica elettrica wireless, che dovrebbe contribuire ad accelerare il progresso delle auto elettriche.

Gli incidenti sulle strade extraurbane sono poi diminuiti grazie al decongestionamento, con un risparmio di circa 23 milioni di euro, e proiettando queste stime per i prossimi sette anni (2024-2030), per lo studio si dovrebbero risparmiare ulteriori 2,6 miliardi di euro.

Il consumo di suolo

Se però da una parte si ha Regione e società privata che evidenziano i vantaggi che sono derivati dall'apertura al traffico dell'autostrada, dall'altra c'è appunto Legambiente, che invece, a parte i rincari dei pedaggi e i problemi con i conti, pone l'attenzione su un aspetto che probabilmente nella presentazione della ricerca si è poco considerato: il considerevole consumo di suolo nelle province attraversate dall'opera.

«A dieci anni dalla sua costruzione, l'autostrada Brebemi è diventata esattamente quanto gli ambientalisti paventavano negli anni che hanno preceduto i cantieri: un grande attrattore di cemento - ha commentato l'associazione ambientalista -. La grande opera, la cui realizzazione ha causato la perdita secca di cinquecento ettari agricoli, secondo i dati del Centro ricerche sui consumi di suolo, continua ad essere una ferita aperta lungo la dorsale su cui si sviluppa gran parte del nuovo "capannonificio" lombardo».

Secondo i dati, infatti, le tre province in cui ricade l'opera, nell'ultimo decennio, hanno regalato ben 3.535 ettari di suolo agricolo al cemento (il 55 per cento del dato complessivo regionale), e in questo fenomeno sono pienamente coinvolti i comuni allineati lungo i 62 chilometri dell'autostrada. Scorrendo i dati di ISPRA, si nota come in Bergamasca si siano persi 51 ettari a Covo, 44 a Casirate, 43 a Calcio, 33 a Caravaggio, 27 a Cividate al Piano, 26 a Cortenuova, per un totale di 224 ettari. Nel Milanese se ne sono andati 195, nel Bresciano 157.

Dati che spiegano anche i numeri in crescita del traffico: dal 2018, secondo i dati Aiscat, cresce il numero di veicoli leggeri (+6 per cento annui), ma soprattutto il traffico commerciale pesante (+10 per cento annuo).

«L'autostrada, che doveva decongestionare l'A4 e il traffico locale, non ha fatto nulla di tutto ciò ma in cambio sta sviluppando il suo traffico, che si somma, anziché sostituirsi, a quello preesistente, peggiorando così il quadro ambientale del territorio - ha concluso Legambiente -. Si tratta di volumi di traffico che certo non richiedevano un'opera autostradale del calibro della Brebemi, con le sue opere mastodontiche e le sue tre corsie per senso di marcia, simbolo dello spreco di risorse economiche, oltre che territoriali e ambientali».

Commenti
Aurora

La strada era una buona idea ma hanno tagliato fuori i paesi trafficati, non so se per scelta o per obbligo, che senso ha includere Bergamo se l'uscita più vicina alla città è Bariano!

Alberto

"benefici ambientali per 165 milioni di euro": che coraggio! Se la cantano tra di loro dimenticando le colate di cemento e scempi ambientali connessi, il fatto che non ha decongestionato un bel niente, che con quei soldi si sarebbero potute mettere a posto tutte le strade della provincia di Bergamo (con interventi dove c'è davvero bisogno) e che con i pedaggi così alti è un flop totale. Sicuramente qualcuno ci ha guadagnato (e tanto); comuni cittadini la cui qualità della vita è migliorata un po' pochini...

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