Sono calate dell’1,7 per cento le nascite in Bergamasca: sono stati 7.346 in nuovi nati nel 2023 contro i 7.475 del 2022. I dati Istat sulla nostra provincia confermano la tendenza verso il basso e l’inverno demografico che sta avanzando ormai da tempo. Negli ultimi anni, solo il 2021 ha fatto registrare un segno positivo, comunque risicato, dello +0,3 per cento.
Scorrendo all’indietro il calendario della natalità in Bergamasca, bisogna arrivare al 2014 per vedere un numero a doppia cifra, e poi al 2009, che con 12.080 nati è stato l’ultimo anno appartenente ancora al trend di aumento delle nascite.
Meno figli e più tardi
Cala inevitabilmente anche il tasso di fecondità, che nel 2023 si è fermato all’1,23 figli per donna, contro 1,27 del 2022. Solo nel 2003 i figli per donna erano ancora quasi uno e mezzo di media (comunque meno del valore che garantisce l’equilibrio tra generazioni che è del 2 figli per donna). Complici sono anche le gravidanze sempre più ritardate, con l’età media per il primo figlio che nel 2003 era intorno ai trent’anni e nel 2023 è arrivato ai 32,4. Un fenomeno di posticipazione delle nascite comune a tutto il Paese.
Come mail la popolazione cresce?
La popolazione residente a Bergamo e provincia, però, continua a crescere, con un guadagno dello 0,4 per cento tra il 2022 e il 2023 e dell’11 per cento negli ultimi venti anni. La causa non sta certo nell’aumento delle nascite, ma nelle migrazioni e negli spostamenti, da quelli più interni (da provincia a provincia all’interno della Lombardia per esempio) a quelli più esterni, come l’immigrazione da Paesi esteri.
Nel complesso, i nuovi ingressi sono più numerosi delle fuoriuscite dei bergamaschi. Nel 2023, per esempio, sono arrivate più di 37 mila persone da fuori provincia e se ne sono andate invece poco più di 33 mila. Non solo, gli ingressi riescono anche a riequilibrare il saldo demografico negativo, dettato da un numero dei morti (10.700) costantemente superiore a quello dei nati.