Calendari fascisti in vendita a Bergamo, l'appello del Pd ai commercianti: «Non siate complici»
Il segretario De Bernardis e la capogruppo Riccardi: «Di storico non c’è nulla. Si tratta di strumenti che alimentano una narrazione nostalgica e ingannevole»

Un fatto che si ripete uguale ogni anno, con l'avvicinarsi delle fine di dicembre. E che, ciclicamente, finisce sulle pagine di cronaca dei media locali. Si parla della vendita in alcune edicole (e non solo) di Bergamo dei calendari dedicati al fascismo o a Benito Mussolini. Prodotti che, a quanto pare, quest'anno hanno già iniziato a fare capolino in alcune attività della città, come rende noto un comunicato stampa del Pd cittadino e gruppo consiliare del Pd di Bergamo.
«È propaganda»

«Esprimiamo la nostra più profonda indignazione - dichiara il segretario cittadino, Alessandro De Bernardis -. Non si tratta di storia, ma di propaganda fascista mascherata dietro l’apparente innocuità della dicitura “calendario storico”. Di storico, in questi oggetti, non c’è nulla. Si tratta piuttosto di strumenti che alimentano una narrazione nostalgica e ingannevole di un regime che ha oppresso diritti e libertà, perseguitato minoranze e seminato odio. Il fascismo non è né folklore né tradizione: è stato uno dei periodi più bui e vergognosi della nostra storia. Non può e non deve essere romanticizzato».

Fa eco al segretario Francesca Riccardi, capogruppo dem in Consiglio comunale: «In Italia esiste una legge chiara contro la propaganda fascista. L’apologia del fascismo, anche se velata dietro oggetti apparentemente innocui come questi calendari, rappresenta un’offesa alla memoria collettiva e alla dignità di un paese che ha scelto la democrazia, la libertà e l’uguaglianza. La “zona grigia” della legge Scelba non deve diventare un alibi per tollerare la diffusione di simboli e messaggi che incitano alla divisione e alla discriminazione».
L'appello ai commercianti
Il Pd lancia poi un vero e proprio appello ai commercianti della città: «Non siate complici di chi cerca di riportare in vita un passato di oppressione e violenza. Vendere questi calendari significa schierarsi dalla parte sbagliata della storia. Bergamo è e deve rimanere una città antifascista, un esempio di valori democratici, di libertà e di uguaglianza. Il nostro impegno sarà vigile e costante per contrastare ogni forma di apologia del fascismo, promuovendo una cultura che valorizzi la memoria storica e il rispetto dei principi democratici».
Vedere la metà dei commentatori esprimere appoggio e non disgusto (come dovrebbe essere) per questa spazzatura che vendono in ricordo del periodo più buio della storia d'Italia fa riflettere!
E' questione di gusto o, meglio di disgusto. Il fu duce odiava gli italiani ed ha fatto loro molto male. Già nel 1914 dichiarava di voler mandarli in guerra a calci in culo: 500.000 morti. Avrebbe fatto più "bella" figura a farsi fucilare dai tedeschi dopo l'8 settembre, risparmiandoci tante altre sofferenze, dopo le quelle delle disastrose sue guerre. E' finito nella pattumiera della storia, ma c'è qualcuno che ancora ci razzola dentro.
Fate i calendari della schlein e del gaypride che a Bergamo fate i soldi
Pensassero ad eliminare tutta la malavita alimentata dagli immigrati IRREGOLARI invece di guardare ai calendari
Caro Francesco Giuseppe, proprio in quanto storia è giusto commemorarne le vittime, mentre è doveroso evitare di celebrane i carnefici, gli ossessi sventurati che hanno recato dolore e morte. Eviterei poi di aprire il fronte del cambiamento climatico e del traffico in aumento non certo imputabile a singoli individui o amministratori locali quando il problema è globale e ci vede tutti, nessuno escluso, responsabili.