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Purtroppo, finché non cambieranno le persone, i problemi resteranno gli stessi. Supponenza e onnipotente presunzione guidano da sempre questa direzione. La D.ssa Bagnoli sarà stata troppo competente, ben al di sopra del provincialismo di chi ha fatto di tutto affinché se ne andasse, e quindi sarà risultata pericolosa agli occhi di chi, ancor oggi, può permettersi tutto. Quarta vittima di una gestione imbarazzante. Mandate via i vertici. I problemi si risolveranno in un attimo
Complimenti a sindaco e collaboratori che hanno mediato con tanta efficacia da far scappare la direttrice. L'assessore alla Cultura ogni cosa che tocca distrugge, ricordo che prima fu assessore alla sicurezza proprio nel periodo in cui in centro succedeva di tutto, dove lui non vedeva alcun problema di integrazione; piazzale Alpini, in concomitanza, cresceva come piazza di spaccio e delinquenza; la stazione veniva restaurata a più riprese, corredata di sottopassi, tutto ad uso di gang e pickpocket.
io credo che un General Manager debba seguire la parte gestionale, e una direttrice la parte curatoriale ed artistica. Se nomini una persona con il CV della Dottoressa Bagnoli non puoi pensare che sia poi il General Manager che decida quali mostre fare o meno. E' il grosso problema del Patrimonio Culturale Pubblico in mano ai privati: da un lato, se sono illuminati e conoscono le loro competenze il rapporto è sicuramente buono, se non sono illuminati, vogliono andare oltre le loro competenze allora succedono i guai come a Bergamo. Anche perchè non è il primo Direttore che si dimette a pochi mesi dall'insediamento, quindi sicuramente c'è un problema alla Carrara che dura da anni. Vedremo anche chi sarà il sostituto di Micheli al Donizetti, altra patata bollente. Bergamo purtroppo resta una città ostaggio di una Borghesia, che viene riverita e mai criticata per il cognome che porta a prescindere dalla capacità o meno che queste persone abbiano, non tanto nel loro campo, dove non mi permetterei mai di criticare, ma nei settori della vita politica, pubblica e culturale di una città.
Trovare un direttore disposto a fare lo yesman sarà veramente complicato, i colleghi della Bagnoli ne sanno senz'altro più di quello che si dice sul giornale, e perciò si guarderanno bene dal prendere il suo posto. Perciò, se il general manager non farà un passo indietro, arriverà uno disposto a obbedire. Di sicuro non una figura di spicco, ma una seconda (o terza) scelta.
Nominato da Gori, allievo dell'Unto dal Signore, il manager non può che essere di rilievo. Stupisce che ancora non si sia individuato un Direttore suo pari. Stupisce ancor più che Tate, British, MOMA, Louvre e perfino Museo delle Pietre Coti non ci abbiano finora carpito un professionista di cotanto valore...
"Bù Bistrot in Carrara compie l’incontro tra cibo, arte, territorio e accoglienza. Qui, la gastronomia diventa un mezzo per valorizzare l’identità locale e il territorio, attraverso un’interpretazione libera e creativa dei suoi ingredienti" Mi piacerebbe sapere chi gestisce questa attività. Con quale procedura è stato scelto. Certamente un' ulteriore opportunità che con l'arte che ci azzecca?
Compito del general manager e di far quadrare i conti e credo lo abbia fatto. Le priorità di spesa non le decide lui da solo visto che c'è un consiglio di cui fa parte anche l'amministrazione.Quindi se errori ci sono stati ognuno risponda per la propria parte.
Sull'edizione locale di in quotidiano nazionale, ho letto una significativa intervista rilasciata da Valagussa, ex conservatore della Carrara. Le tinte che tratteggiano il quadro della situazione sono alquanto fosche. In disparte l'aspetto , criticato giustamente, che non si può gestire una attività prettamente culturale, coi parametri della redditività. Se in una istituzione uno dei due soggetti ( Direttore / General manager) ha i cordoni della borsa, inevitabilmente l'altro dovrà soccombere. Altra situazione, degna di indagine, è l'opacità sulle procedure assunzionali del personale. Non si può pensare, infine, di gestire una pinacoteca con l'obbiettivo della maggiore affluenza, col business della polenta e salsiccia. Peccato che la città e l'amministrazione comunale, di tutto ciò, non si pone dubbi e scrupoli, accertando le dimissioni senza voler capire, anzi cercando di ignorare, le motivazioni.
è già la quarta che si dimettersi...quando d'arte e la cultura si scontrano con la politica e non sempre all'altezza
Capire e giudicare da esterni è assai difficile, direi impossibile. L'immagine della " Carrara" ne esce sicuramente offuscata e a mio parere si dovrebbe fare "tabula rasa" sostituendo anche il manager.
Questo pensa al Bistrot, altro che alle pietre dipinte !
Premesso che è difficile giudicare un tema tanto complesso, ci sono due strade: o si cerca un sostituto lasciando tutto così (ma il nuovo direttore saprà a priori di avere le mani legate) o anche il General Manager dovrebbe dimettersi in quanto è evidente che qualcuno dall'esterno non ha la possibilità di influire sullo status quo tutto bergamasco. Alla Sindaca Carnevali l'ardua sentenza!