C'è un problema slot a Treviolo: dai controlli, solo due bar su otto sono in regola
È quanto emerso dalle attività di verifica effettuate nei giorni scorsi dagli agenti. Il nuovo regolamento è in vigore dal 18 aprile
di Monica Sorti
A tre mesi dall’approvazione del “Regolamento per il contrasto al fenomeno della ludopatia derivante dalle forme di gioco lecito” da parte del Consiglio comunale, la polizia locale ha verificato il rispetto della normativa nazionale e regionale da parte degli esercenti del territorio e, degli otto bar con le slot presenti e sottoposti a ispezione, solo due sono risultati in regola con le norme oggetto di verifica. È quanto emerso da un controllo effettuato nei giorni scorsi dagli agenti della polizia locale di Treviolo.
«Il tutto nasce da una richiesta di verifica di Adm, l’Agenzia dogane e monopoli, che ha chiesto alle amministrazioni comunali di verificare la presenza delle slot, le condizioni degli ambienti e quant’altro», dichiara il comandante Matteo Copia. C’è inoltre da sottolineare che, in merito alla tematica della ludopatia, il Comune di Treviolo durante il Consiglio comunale dello scorso 18 aprile ha approvato un nuovo regolamento sulla materia.
Durante il controllo dei giorni scorsi le verifiche della polizia locale hanno toccato più punti. «Siamo andati a verificare l’esistenza della cartellonistica obbligatoria, con il decalogo del potenziale ludopatico e le domande che ci si deve porre per capire se si è o meno dipendenti dal gioco».
Sono state inoltre individuate e identificate le aree libere e quelle con il divieto di accesso da parte della potenziale utenza minore di 18 anni. È stata controllata la frequenza ai corsi obbligatori, che hanno una scadenza triennale, la disposizione delle macchinette all’interno del locale e la luce che deve essere diretta e ben visibile dall’interno del locale, per garantire il riferimento al tempo che passa.
«Se l’utente non ha il riferimento della luce esterna non si rende conto di quante ore sono passate dal momento in cui ha cominciato a giocare, ragion per cui i vetri del locale non devono essere (...)