Centomila bergamaschi sono senza sportelli bancari e bancomat: è un bel problema
Filiali ridotte del 23 per cento in due anni, soprattutto nei piccoli Comuni. Le banche tagliano, il Governo limita i pagamenti elettronici
di Andrea Rossetti
«Io sono un liberale, ognuno deve essere libero di pagare come vuole. Se uno vuole pagare i due euro del caffè con la carta di credito è solo un rompipalle. Io cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat»: parole e musica (stonata) del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, che a inizio dicembre giustificava così la decisione del Governo di introdurre, nella bozza della legge di bilancio, l’eliminazione dell’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti elettronici - quelli col Pos, per intenderci - per cifre inferiori ai trenta (che prima erano sessanta e poi erano diventati quaranta) euro.
Al di là dell’utilizzo a sproposito del termine «liberale» (cosa che avviene ormai abitualmente nella politica italiana), Salvini appare in evidente contraddizione con se stesso. Perché da un lato dice che «ognuno deve essere libero di pagare come vuole», dall’altro etichetta come «rompipalle» chi, in piena libertà, vorrebbe pagare con la carta di credito anche un caffè.
Senza contare che l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici, forse, limita la “libertà” del commerciante, ma allo stesso tempo amplia quella dei cittadini, che così possono decidere come pagare. Insomma, la norma che vuole introdurre il Governo Meloni ridurrebbe, a conti fatti, le libertà dell’utenza per favorire quella - presunta - di una cerchia più ristretta di popolazione, i commercianti.
C’è poi un altro motivo, tutt’altro che secondario, per cui l’eliminazione dell’obbligo di accettare i pagamenti elettronici rappresenta, se non una limitazione, sicuramente un disservizio: la costante riduzione del numero di bancomat sul territorio. Se al ministro Salvini «piace andare a prelevare al bancomat», infatti, ci sono tanti italiani che questo “piacere” possono provarlo solo raramente, e comunque con non poche difficoltà.
In quattro milioni senza banca
Come spiegato in un recente articolo de Il Post, non esistono dati specifici su quanti siano effettivamente gli sportelli da cui è possibile prelevare contante in Italia. Spiega però la Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) che, nel novanta per cento dei casi, i bancomat sono presenti laddove ci sono delle filiali delle banche.
Ed effettivamente anche il dato empirico va in questa direzione: nei Comuni in cui gli istituti decidono di chiudere le proprie agenzie, il principale problema che viene sollevato dai residenti è proprio quello del venir meno del servizio bancomat. Un recente studio della Fabi, pubblicato in agosto, sottolinea come siano ben quattro milioni gli italiani “senza banca”.
Più precisamente, il 7 per cento della popolazione vive in Comuni dove non sono presenti agenzie bancarie. Il problema è più grave al Sud Italia, ma anche il Nord non scherza. In Lombardia, ad esempio, la percentuale di popolazione residente in paesi privi di questo servizio è del 5,8 per cento, pari a 575.884 persone.
Il fenomeno s’è acuito negli anni: nel 2012 erano 32.881 le filiali di banche presenti in Italia, nel 2021 21.650. Un calo del 34 per cento in dieci anni. Ovviamente, il problema riguarda soprattutto i piccoli Comuni, quelli dove l’età media della popolazione è anche più alta e, dunque, l’utilizzo dell’e-banking è meno sviluppato. Del resto, l’Italia è anche uno dei Paesi europei dove i canali digitali dei servizi bancari sono meno utilizzati dalla popolazione: 45 per cento contro una media del 58 per cento.
Il problema in Bergamasca
Il problema tocca, in maniera tutt’altro che limitata, anche la Bergamasca. La nostra provincia, infatti, è una di quelle dove la «desertificazione bancaria» (come la definisce la Fabi) si sta facendo sentire maggiormente. Sia a causa della (...)