Lavori alla stazione

C'era una volta il Dopolavoro ferroviario, che adesso viene abbattuto. Dove andrà?

In questi giorni ci saranno le demolizioni degli edifici adiacenti ai binari (per questo lo stop momentaneo ai treni), tra cui anche la casa dell'associazione...

C'era una volta il Dopolavoro ferroviario, che adesso viene abbattuto. Dove andrà?
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di Paolo Aresi

Da ieri sera, venerdì 8 agosto, e fino alla sera di domani nessun treno parte dalla stazione di Bergamo o arriva dalla direzione Milano: i due binari posti a ovest non saranno percorribili per ragioni di sicurezza. Motivo? In queste quarantotto ore verranno abbattuti gli edifici confinanti, quelli del glorioso Dopolavoro ferroviario, che per decenni ha rappresentato il punto di riferimento dei dipendenti delle ferrovie, dai macchinisti ai controllori, ai capistazione, agli addetti agli scambi, agli uffici, alla biglietteria.

Il Dopolavoro era un centro culturale, il punto di ritrovo dei ferrovieri e delle loro famiglie per incontri, così come per serate danzanti o per una partita a carte. L’ultimo pranzo sociale è stato organizzato il 9 febbraio scorso, una domenica, per ricordare quello che il Dopolavoro ha significato non soltanto per i ferrovieri, ma anche per tanti loro amici e familiari che l’hanno frequentato: un pranzo come quello di una grande famiglia, con le mogli di ex macchinisti e capitreno che facevano le cuoche e altri amici che servivano ai tavoli.

Una festa all'ex Dopolavoro ferroviario di Bergamo

Da quel 9 febbraio sono passati sei mesi, i lavori alla stazione sono avanzati e oggi è arrivato il momento fatale. Nel frattempo, si è cercata una nuova sistemazione per il Dopolavoro, ma ancora non si è riusciti a risolvere la questione. Anche perché il mondo della stazione è cambiato. Raccontava un ferroviere: «Le stazioni ormai sembrano più dei centri commerciali. La questione è che si spende per rifarle, per renderle moderne, ma poi la spesa va recuperata con bar, negozi, supermercati. Non è un’idea nuova, anche cento anni fa si facevano le stazioni con servizi come bar e ristoranti, ma erano funzioni molto legate ai viaggiatori. Oggi non c’è più solo il bar dove prendere un caffè, trovi negozi di ogni tipo».

In questa logica del profitto, per il Dopolavoro non c’è più posto. È come se il criterio dei soldi e del consumo avesse sfrattato quello della convivialità, del fare squadra. Quale sarà il futuro dell’organizzazione dei ferrovieri? Per ora, su questo binario, gravita la nebbia.

Ci sono tre ipotesi, una riguarda uno spazio all’Urban Center di Bergamo, a due passi dalla stazione, ma sembra che con il Comune di Bergamo non si sia arrivati a nessun accordo. L’altra ipotesi riguarda un piccolo spazio, dei locali dell’ex sala macchine della stazione. La terza possibilità, più accreditata, è che il Dopolavoro possa trovare casa in alcuni locali alla stazione di Seriate, già appartamento di ferrovieri. C’è comunque una certezza: non sarà più il vecchio Dopolavoro, con i suoi grandi spazi dove addirittura suonavano piccole orchestre e si facevano grandi feste e persino esisteva un teatrino, il Minerva.

Il presidente del Dopolavoro, che conta ancora settecento soci (...)

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