Viste e sviste

Che tristezza tutte quelle fontane di Bergamo spente... (aridatece la Fiascona!)

Chissà perché in città bassa molti dei nostri monumenti d’acqua, pur lontani dalla siccità, non funzionano o vanno a seconda dei giorni

Che tristezza tutte quelle fontane di Bergamo spente... (aridatece la Fiascona!)
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Bergamo non è città di grandi fontane e nemmeno si può dire che questi manufatti abbondino nelle nostre vie, soprattutto nella parte al piano. E questo nonostante che Bergamo sia una città d’acqua, percorsa da due torrenti e da molte rogge. Il problema è che delle non molte fontane, diverse risultano “spente” da tempo, altre con regime alternante e altre ancora con zampilli limitati.

La fontana delle Poste è desolatamente ferma, il bacino raccoglie soltanto acqua piovana. Quella di largo Rezzara è pure silenziosa, come quella di largo Medaglie d’Oro o quella del Parco Suardi o di piazza Sant’Anna (intermittente) e, risalendo la città, quella di Sant’Agostino. Ma ci fermiamo qui, limitiamoci ai borghi e al piano.

Le diverse vedovelle in giro per la città non lanciano più i due loro allegri zampilli laterali, praticamente tutti bloccati, o eliminati; rimane il rubinetto centrale. Peccato che sia un rubinetto di acciaio cromato, con bottone a pressione, di quelli che si trovano comunemente nei bagni pubblici, e che non abbia nulla a che vedere con le forme e i colori di queste graziose fontanelle originarie dell’inizio del Novecento. Fino a pochi anni fa il rubinetto c’era, ma era di ottone e talvolta aveva la forma di una testa di drago. Insomma, sarà anche un dettaglio, ma con il rubinetto a pulsante al posto della testa di drago la poesia è perduta.

A differenza di Brescia, che ne ha diverse monumentali, le fontane di Bergamo erano soprattutto di servizio. Quelle antiche riguardano Città Alta e i borghi, naturalmente. Scendendo al piano, probabilmente la più antica, e più bella, è quella del Delfino: è stata restaurata nel 2020 con il contributo di un’azienda privata, oggi dà acqua ma solamente dai suoi zampilli laterali mentre il getto centrale resta asciutto; venne donata dai nobili della via a tutti gli abitanti, all’inizio del Cinquecento; è tra le poche fontane artistiche della città bassa. La piazzetta è un luogo di rara bellezza, peccato che venga utilizzata come zona di parcheggio.

Scendendo troviamo un’altra fontana antica, quella di piazza Dante, ovvero la fontana della Fiera antica, che risale ai primi anni del Settecento, a quando la fiera venne edificata in muratura. Sappiamo che la struttura di Bergamo era celebre in Europa e che affondava radici nel medioevo più lontano, ma soltanto nel Settecento si dotò di una struttura stabile, sopravvissuta fino alla Prima Guerra Mondiale, dopo di che venne abbattuta e sostituita dall’attuale Sentierone e Centro Piacentiniano.

La fontana è in funzione, è stata restaurata di recente, insieme al rifacimento della piazza e di tutto il centro. È la più bella fontana della città al piano, insieme a quella del Delfino. Al terzo posto si piazza la “Zuccheriera”, cioè la fontana di Porta Nuova (...)

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Commenti
Giuseppe B

Penso che seppur l'articolo sia interessante, titolarlo "ARIDATECE" sia un insulto; parlate di Bergamo, della storia e non avete il coraggio di metterci il nostro dialetto? Piuttosto continuate in italiano, scrivetelo in latino; ma non aridatece! Ps:io abito in provincia, al mio paese sarebbe "dim endre" in città non lo so

lele

Se non vanno , risparmiamo corrente elettrica , già lo zampillo al nuovo ospedale mi piacerebbe sapere cosa consuma in un giorno...per spruzzare poi acqua del sottosuolo che circonda l'ospedale...no comment sulle altre fontane in città ...

Marco

La fontana di Largo Rezzara non ha più niente di Alberto Garutti. Nel suo progetto doveva svilupparsi in altezza con volute di vapore acqueo, ma non si fu capaci di realizzarlo. Poteva forse ritrovare un senso recuperando volume con la posa di una scultura (non necessariamente l’Arlecchino di Mario Gotti): ma sindaco era Tentorio, le sinistre ne fecero una questione ideologica, mobilitarono l’autore Garutti e più niente fu possibile. Così rimase e rimane un aborto, un niente, una vasca con rifiuti galleggianti che ingombra inutilmente uno degli angoli più belli e amati della città. Personalmente, se non la si può modificare, vedrei bene la sua rimozione da una piazza nobile della città e lo spostamento in periferia.

Angilberto Bianchi

Superficialità e mancanza di concretezza.. evla fontana del monumento agli alpini? Abolita, distrutta.

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