Il caso

Chiuso il "Circulì" di Caravaggio, al suo posto potrebbe aprire un ristorante arabo

Il nuovo locale dovrebbe inaugurare dopo il 17 maggio, ma Alessandro Iocco, eletto nel CdA durante l'assemblea dei soci del 28 aprile, smentisce

Chiuso il "Circulì" di Caravaggio, al suo posto potrebbe aprire un ristorante arabo
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Il "Circulì" di Caravaggio ha chiuso e lo staff, lo scorso sabato 4 maggio, ha salutato con una serata karaoke. Sui social circola già la data di apertura del ristorante arabo, dopo il 17 maggio, ma Alessandro Iocco, eletto nel CdA della cooperativa durante l’assemblea dei soci del 28 aprile, ha smentisce: «È impossibile, non abbiamo ricevuto offerte». A riportare i dettagli è PrimaTreviglio.

Chiusi i battenti dello storico dopolavoro socialista di via Mazzini, il ristorante arabo sembra alle porte, ma il presidente Fulvio Cattaneo parla di ipotesi perché, al momento, non c’è né contratto né una richiesta formale. Intanto, dipinge un quadro a tinte fosche.

Un periodo difficile

«La "Cooperativa circolo lavoratori" è una società a scopo mutualistico fondata sui valori del socialismo - ha spiegato -. Il suo intento è quello di creare un luogo di incontro sociale, di confronto e di solidarietà, di svago e spensieratezza. Venuti meno i soci, i clienti, le iniziative benefiche, quindi la finalità della stessa, la cooperativa perde il suo senso.

Questioni economiche hanno portato a fare delle scelte drastiche negli ultimi dieci anni, con l’intento di "recuperare" in tempi successivi. Negli ultimi mesi quindi, abbiamo tentato di 'rifondare' tali principi ma, a quanto pare, non c’è stata una risposta dei cittadini di Caravaggio. L’assemblea dei soci, tenutasi il 28 aprile, ha dato precise indicazioni, ovvero di procedere concedendo l’uso dell’immobile a un’altra cooperativa o, in caso estremo, di procedere con la liquidazione».

Cattaneo tiene a fare delle precisazioni: «Il ricavato dell’eventuale vendita, come stabilito per legge e dallo statuto, viene riconosciuto alle società di gestione mutualistiche - ha sottolineato -. Non ci può essere speculazione o lucro. Il CdA sta procedendo nella direzione data da tali indicazioni».

L'ipotesi del ristorante arabo

Poi è tornato alle alternative sul tavolo: «Recentemente un gruppo ristretto di persone, frequentatori ma non soci, ha dimostrato affetto verso la cooperativa e quello che rappresenta - ha affermato il presidente -. In tal senso, si sta muovendo per una proposta che al momento non si è concretizzata. Sono state valutate altre alternative, che apparentemente non risulterebbero economicamente o logisticamente sostenibili. Tutte le porte rimangono aperte».

Il manifesto del presunto nuovo ristorante però è sui social. «Sono affezionato al “Circulì” - ha ammesso -. Lo frequento da quando avevo 15 anni, quando venivo a giocare a biliardo e per la granita. Negli ultimi due anni ho dato tutto quello che potevo in un periodo complicato della mia vita. Probabilmente non è stato sufficiente. Accanto a me persone meravigliose hanno dato l’anima (e non solo) par aiutarmi, mosse dagli ideali e dalle proprie convinzioni. I pochi soci partecipanti all’assemblea ci hanno sostenuto nelle azioni messe in campo».

Il "j'accuse" del presidente

«Mi arreca tristezza invece il fatto che la maggior parte dei soci si è disinteressata - ha affermato -, non ha dimostrato nelle azioni e negli intenti lo spirito che doveva guidarli, ha disconosciuto e continua a disattendere gli ideali dei fondatori. In questo contesto, qualcuno si sentirà sempre in grado di dare comunque un giudizio soprattutto negativo.

È il segno dei tempi. Sarò retorico ma la cooperativa è lo specchio della nostra società. La mancanza di empatia verso il prossimo e dello spirito di sacrificio, l’egoismo, l’apatia portano a dissolvere i principi di umanità alla base del suo tessuto portante. Sono sicuro che il CdA si impegnerà a preservare tali valori, scegliendo una nuova cooperativa rappresentativa dell’impegno di rispettarli».

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