Ciclisti morti in strada, Claudia Ratti di Aribi: «Serve l'obbligo di sensori per l'angolo cieco»
Dopo l'incidente di questa mattina, che ha visto un 44enne vitima in via Zanica, interviene la presidente dell'associazione
«Non possiamo più sentire di queste stragi silenziose che ogni giorno mietono vittime innocenti, che scelgono il mezzo di trasporto più democratico che esista, per gli spostamenti anche di necessità», interviene Claudia Ratti, presidente di Aribi, Associazione per il rilancio della bicicletta, a commento dell'incidente avvenuto questa mattina, martedì 16 maggio, in via Zanica a Bergamo. Un cliclista di 44 anni ha perso la vita investito da un camion.
La pericolosità della fiancata destra
Continua: «Le strade sono ormai diventate un incubo e anche il rallentare i flussi moderandone la velocità, pare servire a poco se non si affronta con determinazione la questione di questi mezzi pesanti. Anche loro si muovono nel pieno diritto ma purtroppo il famoso angolo morto impedisce di vedere cosa avviene dietro di loro al fianco. Troppi sono i morti di questi ultimi giorni nella nostra Regione e non solo».
Già nell'esperienza comune di guidare in macchina, spesso si ha la sensazione di avere punti ciechi, dove diventa difficile controllare i mezzi intorno. Gli angoli ciechi per un guidatore di camion sono ancora di più a causa della grandezza del mezzo. La fiancata destra può essere controllata solo attraverso l’uso di specchi retrovisori e il caso di svolta in questa direzione è il più pericoloso per gli utenti deboli, in quanto sono a rischio di entrare facilmente in un angolo morto, ovvero senza visibilità.
L'appello i ciclisti «90 secondi vi regalano la vita»
Claudia Ratti si rivolge anche a tutti i ciclisti, invitando «a non approciarsi a questi mezzi pesanti per nessuna ragione. Purtroppo non vi vedono e poi accadono queste stragi. Appoggiate un piede a terra, 90 secondi vi regalano la vita, lasciate che stiano avanti, tanto avanti a voi. Non posso che piangere questo povero signore, vittima inconsapevole e così essere vicina al conducente del mezzo che non oso immaginare in quale stato d'animo versi. Il mio è un appello a chi ha ruoli decisionali a prendere il problema per le corna e metterci la testa investendo sempre di più in sicurezza».
I sensori per l'angolo cieco
E torna sulla questione dell'angolo cieco, proponendo una soluzione già comune all'estero: «Serve introdurre l'obbligo di sensori l'incidentalità causata dall'angolo cieco, a Londra questo obbligo è stato introdotto e l'incidentalità è diminuita. Aspettiamo fatti concreti non belle parole o promesse, un uomo è morto, una vita si è spezzata, una vita che scompare portando con se la sua storia, il suo sapere, i suo affetti gettati nell'oblio. Non si può rimanere indifferenti».