Cinquanta alberi tagliati per il raddoppio ferroviario a Curno: «Paesaggio desolante»
Sono iniziati i primi lavori e tra i cittadini serpeggia una certa indignazione. Il comitato: «Sarebbe stato possibile spostarli altrove, in teoria»
di Monica Sorti
Dopo i primi effetti collaterali del raddoppio ferroviario progettato da Rfi, che si sono palesati nella scorsa settimana e che hanno catturato l’attenzione della cittadinanza sollevando polemiche e indignazione, il Comitato “Raddoppio sì ma non così” torna ad esprimere e a motivare la sua contrarietà al progetto.
«Con l’abbattimento di buona parte dei filari di carpini su via Donizetti e via Fermi a Curno e degli alberi presenti nella “prato degli asinelli” la popolazione ha cominciato a capire che le cose stanno andando maluccio e, soprattutto, stanno andando avanti», dichiara Renato Bondesan.
Il senso di desolazione l’abbiamo provato tutti, chi era già cosciente che questo presto o tardi doveva accadere e chi questa cosa la sta vedendo solo ora. «Sono 30 le piante abbattute su via Donizetti e via Fermi, del filare originario ne sono rimaste 40 . E poi ce ne sono circa una ventina nel campo di fronte». Circa 50 piante tagliate in totale, che creano un paesaggio desolante.
«Di questa cosa i cittadini non ne erano consapevoli, la vedono solo ora. Era insito nelle planimetrie e nei documenti di progetto, soprattutto in quello modificato da Rfi in accoglimento alle richieste del Comune che aveva chiesto di conservare un ingresso su via Donizetti. Questo implicava l’interferenza con il filare di piante che abbiamo visto abbattere». Mentre quelle sul prato dove dovrà sorgere la stazione per la nuova fermata del treno, era già noto che dovevano essere tagliate».
«Questo abbattimento si è reso necessario a causa della tipologia di raddoppio, che prevede la soppressione del passaggio a livello e la creazione di un sottopasso carrale. Interventi che con una tipologia di raddoppio diversa non sarebbero stati necessari».
Che poi si potessero spostare e non abbattere è un altro discorso. «In teoria sarebbe stata possibile la zollatura e lo spostamento (...)
Giusto tagliare le piante. QWuando sono vecchie poi, cadono da sole in testa a qualcuno o alle auto o ai cavi della corrente. In particolare in fianco alle ferrovie, che dovrebbero funzionare sempre e non rischiare di bloccarsi per rami o alberi interi che, coi temporali cadono e rompono i cavi elettrici che fanno funzionare i treni. Volete tutti le ferrovie, ma poi quando si fanno vi lamentate, dai NO TAV a tutti glia ltri. Ridicoli. Allora anon costruiaimole.
Il raddoppio va bene ma non nel mio giardino. Vecchia storia ma sempre attuale. Se il comitato pensa che i treni quando passeranno, lasceranno una scia di profumo di rose, forse è il caso che si sveglino dal sogno