Mattinata complicata, quella di domenica 30 novembre, per un fedele che aveva deciso di recarsi nella chiesetta di Santa Lucia a Bergamo per accendere un lumino in ricordo della madre. Un gesto semplice, che però si è trasformato in una piccola disavventura a causa delle code e delle rigide procedure d’accesso predisposte per l’afflusso dei bambini con le tradizionali letterine alla Santa.
Il lettore racconta di essere arrivato verso le 10.30 e di aver trovato una lunga fila di famiglie in attesa di entrare dalla porta principale. Per evitare l’attesa, ha provato ad accedere dall’ingresso laterale, venendo però immediatamente fermato da un’addetta alla sicurezza che gli ha indicato l’obbligo di passare dall’entrata principale. Neppure spiegare che desiderava soltanto accendere un lumino è servito a ottenere un’eccezione.
Alla porta centrale la situazione non è cambiata: altri due addetti hanno confermato che, nonostante non fosse interessato alla consegna delle letterine, avrebbe comunque dovuto mettersi in coda. «Si sono consultati un attimo, ma la risposta è stata la stessa: deve aspettare in fila», racconta l’uomo.
Una rigidità che, pur a fronte dell’evidente afflusso di famiglie e bambini, lascia spazio a qualche perplessità. «Non voglio fare polemica – precisa –. È bello vedere i piccoli felici, accompagnati dai genitori. Ma sarebbe altrettanto bello che chi vuole solo dire un’Ave Maria avesse la possibilità di farlo senza ostacoli, soprattutto se non toglie tempo o spazio ai bambini».