Manichei

Con Israele o con la Palestina? Il malvezzo di tirare per forza il Comune di qua o di là

Ha fatto bene Palazzo Frizzoni a non partecipare ai presìdi, così come hanno fatto bene alcuni assessori a schierarsi

Con Israele o con la Palestina? Il malvezzo di tirare per forza il Comune di qua o di là
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di Andrea Rossetti

È come camminare sul filo di un rasoio. Quando si parla di Israele e Palestina, di Gaza, di genocidio, basta un’incertezza, una parola sbagliata perché gli animi si accendano. Se si è un’Amministrazione, questo ha una rilevanza di non poco conto: in un contesto pubblico fatto ormai di schieramenti (come su qualsiasi argomento, dal più serio al più banale), le pressioni dell’una e dell’altra parte affinché venga presa una posizione sono elevatissime. Lo sa bene il Comune di Bergamo, il quale - ciclicamente - viene accusato di stare troppo di qua o troppo di là.

Dal 7 ottobre 2023, drammatico giorno in cui la questione israelo-palestinese è tornata alla ribalta, Palazzo Frizzoni s’è sempre, sapientemente, destreggiato. Con buon senso e consapevolezza istituzionale. Ha espresso vicinanza alle famiglie dei cittadini israeliani sequestrati e condannato Hamas, ma anche sottolineato la tragedia in corso a Gaza, sottoscritto appelli pubblici per chiedere la fine della guerra e delle atrocità.

Per molti, però, questo non basta. Vorrebbero prese di posizioni nette, denunce mediatiche, partecipazione attiva a manifestazioni di piazza. Vorrebbero che il Comune si schierasse, insomma. Degli esempi sono arrivati anche nelle ultime settimane. Il 27 luglio, in piazza della Libertà, è stata organizzata la manifestazione dall’eloquente titolo “Gaza muore di fame: disertiamo il silenzio”.

Ufficialmente, Palazzo Frizzoni non ha partecipato. Ma in piazza c’erano gli assessori Giacomo Angeloni e Sergio Gandi, così come la presidente del Consiglio comunale, Romina Russo. Pochi giorni dopo (il 31 luglio), l’associazione Italia Israele ha organizzato un sit-in in piazza Matteotti contro ogni forma di antisemitismo. Il Comune, questa volta, è stato invitato pubblicamente. La risposta è arrivata attraverso una nota stampa, nella quale però mancava un elemento fondamentale: la risposta, appunto.

Palafrizzoni, nel comunicato, ha rimarcato le proprie - condivisibili - posizioni («l’antisemitismo, in ogni sua forma, è una minaccia per la convivenza civile e va contrastato senza ambiguità»; «riaffermiamo la richiesta di fermare la violenza e porre fine ai crimini contro la popolazione di Gaza e nei territori occupati»), nient’altro. Ovviamente, era un “no” all’invito, ma non espresso.

Alla fine, in piazza (...)

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