Il bilancio

Contenziosi sul lavoro, da Cgil Bergamo recuperati quasi 4 milioni di risarcimenti

1.416 le pratiche individuali aperte nel 2023, in aumento rispetto ai 1.299 dell'anno precedente. La critica al Decreto lavoro

Contenziosi sul lavoro, da Cgil Bergamo recuperati quasi 4 milioni di risarcimenti
Pubblicato:
Aggiornato:

Mensilità non pagate, richieste di differenze retributive anche consistenti, licenziamenti illegittimi impugnati, denunce per trattamenti in violazione della contrattazione nazionale: queste le pratiche legali di cui si è occupato nel 2023 l'Ufficio vertenze della Cgil Bergamo.

1.416 lavoratori hanno chiesto aiuto al sindacato l'anno scorso, quando nel 2022 erano stati 1.299. Altre centinaia si sono rivolti al servizio per avere consulenza, tutela oppure orientamento. Per i propri assistiti, lo scorso anno, gli addetti della sigla hanno recuperato quasi quattro milioni di euro (per la precisione tre milioni e 904.480) di risarcimenti.

Pratiche individuali in aumento

«Il numero di pratiche individuali aperte è in aumento, dalle 604 del 2022 alle 790 del 2023, se si escludono quelle che riguardano i fallimenti aziendali - ha spiegato Silvia Rivola, coordinatrice del gruppo Vertenze di Cgil Bergamo -. Delle 790, una metà riguarda il recupero di crediti, cioè mensilità non pagate e Tfr non corrisposti.

Nel 2022 le vertenze di questo tipo toccavano invece quota sessanta per cento. Al secondo posto ci sono le pratiche avviate per differenze retributive, che costituiscono il 25,6per cento e riguardano errati inquadramenti, ore straordinarie non pagate, Contratti nazionali non applicati in modo corretto. Nel 9,6 per cento dei casi, invece, registriamo impugnative di licenziamenti».

La critica al Decreto lavoro

Segno dei tempi, secondo i responsabili dell'Ufficio, è il cambiamento negli ultimi anni delle impugnative per illegittimità del termine nei contratti a tempo determinato. «Fino al luglio 2023 abbiamo registrato contenziosi e cause concluse in maniera positiva, con risarcimenti per il riconoscimento dell’illegittimità del termine in diversi contratti individuali. A partire proprio dalla scorsa estate, con il Decreto lavoro, il legislatore ha scelto di lasciare maglie indubbiamente più larghe alle aziende che ricorrono ai contratti a termine».

Migliora la tenuta del tessuto economico

Per i casi di liquidazioni giudiziali (cioè di fallimenti), di concordati preventivi e di altre procedure concorsuali, nel 2023 ne sono stati aperti da 626 lavoratori di 128 diverse aziende. Nell’anno precedente, erano stati 695 di 112 aziende (di cui una con 230 lavoratori, la ex Boost). «Continua il calo che progressivamente abbiamo registrato negli ultimi dieci anni - ha spiegato Damiano Bettinaglio, coordinatore del gruppo Procedure concorsuali -. È il segnale evidente del graduale miglioramento della tenuta del tessuto economico provinciale».

Dalla fine del 2022, per i soli lavoratori già assistiti, l’Ufficio vertenze ha cominciato anche ad avviare cause per far valere quanto previsto dalla legge "Pinto" del 2001, cioè il diritto a riparazione per il mancato rispetto del termine ragionevole di durata del processo. «Richiediamo al ministero della Giustizia un indennizzo nei casi in cui si vada oltre i sei anni dall’avvio del fallimento della loro azienda».

Seguici sui nostri canali