Bolletta da 5mila euro a un'anziana bergamasca, la disputa tra Adiconsum e A2A non si ferma
L'associazione a tutela i consumatori sostiene: «Nello scambio di mail l'azienda non ha mai fatto alcuna proposta di conciliazione». La donna ha firmato per errore un contratto business
Sulla questione dell'anziana costretta a pagare bollette per cinquemila euro la discussione fra Adiconsum, che ha preso le difese della donna, e A2A, società dalla quale dipende il contratto firmato, peraltro di tipo "business" e non domestico, continua.
Cosa è successo
Se infatti dopo la segnalazione arrivata da Adiconsum che ripercorreva la vicenda, sottolineando le rigidità dell'azienda, A2A aveva prodotto una risposta nella quale dava alcune specifiche sul tipo di contratto e di debito contratto dalla donna e sottolineava che «contrariamente a quanto indicato, A2A Energia ha presentato alla cliente diverse proposte conciliative ma nessuna delle opzioni è stata accettata».
Ora, anche Adiconsum ha scritto una lettera a firma di Eddy Locati per controbattere ulteriormente sulla questione: «Abbiamo letto con stupore la risposta di A2A alla nostra denuncia del fatto capitato alla signora in riferimento al contratto per una fornitura di gas, con l'offerta "Prezzo sicuro Gas Business" , pur avendo lei un consumo domestico».
In discussione il contratto
Riprendendo quindi il filo della vicenda: «Il nostro primo reclamo risale al 31 luglio 2024 e chiedevamo, appunto, di rivedere i costi applicati da oltre dieci anni. Solo successivamente la cliente, pur di trovare una soluzione, chiese di rivedere almeno le ultime due fatture di circa cinquemila euro complessive. Non si mettevano in discussione i consumi, bensì l'applicazione di un contratto business, pur in presenza di una fornitura domestica (cosa riconosciuta dall'Azienda)».
Perché nessun ricalcolo?
Entrano quindi nel cuore della vicenda: «Ci è sempre stato risposto che avendo firmato quel contratto come business, non era possibile rivederlo! I contratti peraltro venivano conclusi presso gli uffici di a2a ed è del tutto evidente che l'errore di imputazione non può essere attribuito di default solo alla cliente. Se, come afferma A2A, "la differenza tra consumo domestico e altro uso" non è rilevante, perché non ha rifatto i calcoli per dimostrarlo? Perché, invece, ha scritto più volte che "non poteva accogliere la mostra richiesta di ricalcolo delle competenze dall’attivazione fino ad oggi"?».
«Risparmio di forse 500 euro?»
Ribadiscono poi quando già detto inizialmente, smentendo quindi la versione di A2A: «Nello scambio di pec che abbiamo avuto, l'azienda non ha mai fatto alcuna proposta di conciliazione, costringendoci a proseguire la vertenza. Nella discussione avuta, l'unica proposta fatta è stata quella di calcolare i consumi del 2024 come se la cliente fosse vulnerabile e non come mercato libero».
«Ciò, per ammissione del conciliatore di A2A, avrebbe portato ad un risparmio inferiore a cinquecento euro (non calcolabile in sede conciliativa), su un costo di circa cinquemila! Sempre se non consideriamo tutti gli anni precedenti. Ecco perché la cliente ha rifiutato quella proposta! Quali sarebbero le "diverse proposte conciliative"? Rimaniamo ancora più delusi dalla rigidità dell'azienda, che invitiamo a tener conto di più dei casi che riguardano soprattutto persone anziane o in difficoltà».