Corsia separata per monopattini e bici, Zenoni: «D'accordo, ma irrealizzabile»
L'assessore replica ai dati diffusi da Aci sugli incidenti che in Bergamasca hanno coinvolto i monopattini
Da qualche anno anche la Bergamasca si sta abituando alla diffusione sempre più ampia della «mobilità dolce». Tra i mezzi che fanno parte di questa classificazione ci sono anche i monopattini: tanto amati quanto odiati, spesso irrispettosi delle regole, in diversi casi oggetto di incidenti. Nel 2021 se ne sono verificati 57 (44 solo in città), come emerge da uno studio pubblicato dall'Automobile Club Italiano, per un totale di 60 feriti (45 a Bergamo città).
Dei feriti, quattro sono pedoni investiti, il resto conducenti dei mezzi oppure passeggeri; in 25 casi c'è stato il coinvolgimento di un altro mezzo. Si tratta tuttavia di dati che, probabilmente, sono sottostimati e fotografano soltanto parzialmente l'intera situazione dal momento che si riferiscono ai soli sinistri che hanno richiesto l'intervento di forze dell'ordine o mezzi di soccorso, escludendo quindi quelli di minore entità.
La presenza dei monopattini in città non è ben vista da tutti. Tanto da guadagnarsi un'attenzione "speciale" da parte del Comune di Bergamo, che ha applicato diverse ordinanze per regolamentarli il più possibile. Ad esempio vietandone l'uso in diverse vie cittadine (tra cui viale Papa Giovanni, via Bonomelli e via Paglia) e rafforzando i controlli da parte della Polizia Locale.
Corsie separate per migliorare la sicurezza: la proposta di Aci
In Lombardia si verificano il quaranta per cento degli incidenti a livello nazionale: nel 2021 sono stati 811 i sinistri, 776 i feriti e un decesso. In Italia, invece, gli incidenti sono stati 2.114, con 1.980 feriti e nove decessi. Ma qual è la soluzione per ridurre al minimo gli incidenti e migliorare la sicurezza stradale?
Aci propone la realizzazione di strutture fisicamente separate in cui possono circolare soltanto monopattini e biciclette, imponendo anche un limite di velocità differenziata: 50 chilometri orari per i veicoli motorizzati, trenta per il traffico secondario come bici e monopattini. «Per una città come Bergamo – ha spiegato Enrico Pagliari, coordinatore dell'area tecnica di Aci Italia e direttore di Automotive Aci, a L'Eco di Bergamo – possiamo stimare un miglioramento della sicurezza e della mobilità stradale sino al 45%».
Il Comune però non sembra condividere la stessa visione: l'assessore alla Mobilità Stefano Zenoni ritiene il numero di incidenti in monopattino in città «irrisorio», pari soltanto al 3,7 per cento di quelli totali. Al 18 dicembre, sono stati 1.598 gli incidenti stradali complessivi; di questi, 59 hanno coinvolto monopattini, con 55 feriti, 130 biciclette (122 feriti) e 18 biciclette elettriche. Per quanto riguarda la questione delle corsie separate, Zenoni si è detto d'accordo ma «irrealizzabile» per almeno il novanta per cento delle strade cittadine.
«La corsia separata non ci sta - ha spiegato a L'Eco di Bergamo -: cosa dovremmo fare, vietarle a bici e monopattini e consentire solo il transito delle auto?». A mancare sono anche i fondi: dopo il taglio del Governo ai fondi per ciclabilità urbana, i Comuni non hanno molte risorse a cui attingere. L'obiettivo del Comune è quindi quello di percorrere la strada che si sta delineando in Europa, ovvero «la coesistenza pacifica di auto, bici e monopattini attraverso le Ztl e le Zone 30». Un progetto che l'Amministrazione sta portando avanti da diversi mesi: l'ultimo progetto riguarda il quartiere di San Paolo.