L'annuncio

Da giugno vaccinazioni in farmacia anche a Bergamo

Il presidente di Federfarma Bergamo ha illustrato le procedure e i dati della nostra provincia, il siero sarà il Johnson&Johnson

Da giugno vaccinazioni in farmacia anche a Bergamo
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La struttura commissariale del generale Francesco Figliuolo e Federfarma hanno stretto una collaborazione per permettere ai cittadini di vaccinarsi, quasi sicuramente già da giugno, in farmacia. A dare la comunicazione il presidente nazionale Marco Cossolo, mentre oggi (giovedì 13 maggio) sono state rese note le dichiarazioni del suo omologo bergamasco, Giovanni Petrosillo, che ha concesso un'intervista a Bergamo News.

Ha spiegato che le dinamiche di prenotazione e somministrazione saranno molto simili a quelle applicate attualmente, con una piattaforma di prenotazione per gli utenti e un'altra per l'ordinazione delle dosi per gli operatori. A usufruire del servizio saranno i cittadini della fascia di età dai 18 ai 60 anni, anche se molto dipenderà da quali categorie saranno state maggiormente coperte alla fine di questo mese, oltre che dalle disposizioni delle diverse regioni.

Attualmente è in corso di definizione il protocollo, ma Petrosillo si è detto quasi sicuro che si potrà partire dal mese di giugno: «Ho già avuto un incontro con il direttore generale di Ats Bergamo e abbiamo pensato che oltre che per i cittadini comuni, questo tipo di somministrazione sarà utile per i piccoli imprenditori o le partite iva, che non hanno potuto partecipare alla vaccinazioni aziendali attuate finora». Praticamente certo che il vaccino utilizzato sarà il Johnson&Johnson, data la possibilità di essere conservato a temperatura di frigorifero senza troppe difficoltà, a differenza di vaccini come il Pfizer, che richiedono temperature molto più basse e vanno trattati con estrema attenzione.

Su 330 farmacie presenti nella nostra provincia, hanno dato finora la disponibilità in 200, ovvero il 60 per cento del totale. Dovrebbe inoltre essere possibile effettuare le vaccinazioni in ogni farmacia, magari con una diversa gestione degli spazi (ad esempio con gazebo all'aperto) e degli orari, vaccinando fuori dall'orario di apertura. Come adesso ci sarà la rilevazione della temperatura corporea, l'anamnesi del paziente, per capire se non ci siano condizioni avverse alla vaccinazione, poi l'inoculazione e il quarto d'ora di attesa per vedere se è tutto a posto.

Nell'intervista Petrosillo ha infine commentato: «Se per i cittadini si tratta di un grande passo in avanti nella campagna di vaccinazione, per le farmacie rappresenta un’enorme crescita di ruolo a fianco del servizio sanitario nazionale e un precedente importante per il nostro futuro. Potrebbe essere l’inizio di una nuova era, parificandoci al livello di altri Stati come la Francia».

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