Dalmine, l'opposizione: «Amareggiati per la querela da parte del sindaco»
Avevano ricevuto un esposto per aver definito vergognosi i silenzi di Bramani e Iodice sulla mozione anticomunista. Tutto archiviato
di Laura Ceresoli
Erano stati querelati per diffamazione per aver definito «vergognosi» i silenzi del sindaco Francesco Bramani e dall'allora vice Gianluca Iodice nell’ambito della vicenda della mozione anticomunista.
Ora, a distanza di quasi un anno, gli esponenti della lista civica Nostra Dalmine possono continuare a dormire sonni tranquilli. Il procedimento a loro carico, infatti, è stato archiviato dalla Procura. Analoga sorte era toccata al capogruppo del Pd Dalmine Renato Mora, uscito indenne da un'indagine a suo carico per il presunto reato di diffamazione a seguito di un esposto del Comune di Dalmine per la medesima questione.
I fatti
Nel 2020, la maggioranza (Lega e Fratelli d’Italia) aveva approvato una mozione in Consiglio comunale in cui si chiedeva di assoggettare la possibilità di occupare uno spazio pubblico o prenotare una sala comunale, non solo a chi si dichiarava antifascista, come già previsto, ma anche a chi si proclamava «anticomunista e contrario ai radicalismi religiosi». In più di tre anni, la mozione non è, però, mai stata applicata.
«Più volte abbiamo chiesto in Consiglio spiegazioni e aggiornamenti sulla vicenda, chiedendo anche conto di eventuali pareri espressi da dirigenti del Comune - spiega Nostra Dalmine -. Le risposte in Consiglio comunale sono sempre state perentorie e hanno escluso un parere da parte dei dirigenti. A quel punto, l’ex comandante della Polizia locale Aniello Amatruda ci informava di un suo parere espresso all’amministrazione, mai citato nelle risposte in Consiglio. Per questo, scrivevamo in un post su Facebook dei «vergognosi silenzi» di sindaco e vicesindaco.
L'esposto
A marzo 2023 quattro esponenti della lista civica sono stati convocati al comando di Polizia locale: «Lì ci è stato consegnato un avviso di garanzia per delle indagini a nostro carico (...)