Dalmine, Treviglio e Bergamo: punti tampone presi d'assalto e lunghe code
L'Asst Bergamo Ovest ha chiesto ai pazienti di presentarsi solo «a fronte di invio giustificato da medici di medicina generale, pediatri, Ats o dalla scuola»
Non sono state soltanto le farmacie ad essere state prese d’assalto durante il Natale da gente che, prima di festeggiare con i parenti, ha voluto verificare di non essere stata contagiata dal Covid effettuando un tampone.
L’aumento esponenziale dei contagi e, di conseguenza, la maggiore probabilità di essere entrati in contatto con un positivo, ha impennato la domanda di test mandando in tilt i “punti tampone” delle Aziende socio sanitarie bergamasche e anche il tracciamento visto che di questa attività all’Ats di Bergamo si occupano 24 assistenti sanitari (quando servirebbero più di 100 professionisti).
Ad essere sommersi di richieste di tamponi sono in particolare i drive through di Dalmine e Treviglio, tanto che l’Asst Bergamo Ovest ha chiesto ai cittadini «di presentarsi solo a fronte di invio giustificato da medici di medicina generale, pediatri, Ats o dalla scuola». A Dalmine questa mattina (lunedì 27 gennaio) la circolazione nelle vicinanze di via Locatelli e del punto allestito in via Tofane, nel parcheggio davanti alle piscine comunali, si è pressochè paralizzata.
Code che non dipendono tanto dai test richiesti dagli studenti, stante la chiusura delle scuole, quanto dall’accesso alle strutture di cittadini provenienti da aree geografiche che non dipendono dall'Asst Bergamo Ovest. «Il maxi afflusso - fa sapere l'Asst - si ripercuote altresì, come già comunicato nei giorni pre natalizi, sulla fase analitica, con ritardi nella refertazione in quanto gli strumenti a disposizione dell’Asst, che lavorano h24, non sono sufficienti a coprire nella tempistica ordinaria (48h) la fase di refertazione».
Stesso copione anche al Matteo Rota, a Bergamo, dove un gran numero di cittadini si è dovuto armare di pazienza, piumini, sciarpe e berrette attendendo per ore in piedi e al freddo, prima essere chiamati per il tampone.
«Ci sono persone positive al Covid che aspettano il proprio turno, in fila, insieme a chi ha già terminato la quarantena e deve verificare di essersi negativizzato – racconta un giovane bergamasco in attesa di effettuare il tampone -. Non so quante ore mi toccherà aspettare prima del mio turno. Dopo due anni di contagi trovarsi nuovamente in questa situazione è pura follia».