Dehors a Bergamo, dal 1 gennaio si cambia: «Quelli ottenuti in modo semplificato saranno abusivi»
Dal 2022 tornano in vigore le norme ordinarie. Palazzo Frizzoni invita «gli esercenti interessati a presentare domanda per la concessione di suolo pubblico seguendo le procedure indicate sul sito del Comune»
«Dal 1 gennaio tutti i dehors ottenuti in regime di semplificazione normativa e non rinnovati con le modalità tradizionali (il canone dell’occupazione del suolo pubblico, gratis dal marzo 2020 a oggi, torna a pagamento) saranno tutti considerati abusivi e quindi passibili di sanzione».
Lo ha comunicato Palazzo Frizzoni, spiegando che gli uffici comunali sono a disposizione dei ristoratori e dei baristi di Bergamo che intendono presentare le domande per il rinnovo dei gazebo; richieste che però questa volta dovranno essere inviate in modo “tradizionale” visto che le semplificazioni scadranno alla fine del 2021.
Come noto, nell’ultimo anno e mezzo, grazie a una norma statale sostenuta dai fondi stanziati dell’Amministrazione comunale, i gestori dei locali hanno potuto allestire i dehors presentando una domanda in forma semplificata, senza il versamento di alcun tipo di onere e senza la necessità di presentare planimetrie e documentazioni redatte da tecnici abilitati. Ad approfittare di questa agevolazione sono stati ben 280 baristi e ristoratori, che hanno realizzato o ampliato i propri spazi esterni grazie allo snellimento normativo e alla gratuità dell’occupazione di suolo.
Il Governo sta valutando, su sollecitazione dei sindaci, di concedere anche l’anno prossimo alcune agevolazioni, ma al momento non vi sono novità in tal senso. Quindi, a partire dal 1 gennaio 2022, tornano in vigore le norme ordinarie. Palazzo Frizzoni invita «gli esercenti interessati a presentare domanda per la concessione di suolo pubblico per la posa di dehors seguendo le procedure indicate sul sito del Comune e senza attendere la scadenza del 31 dicembre». Al momento sono state presentate solo 22 domande.
«Si segnala sin d’ora – conclude il Comune - che alcune concessioni sono state rilasciate in considerazione della chiusura delle scuole e dello svolgimento del telelavoro, consentendo l’occupazione di spazi che, in situazioni ordinarie, potrebbero non essere più disponibili».