Il caso del delegato sindacale della Dmg Mori di Brembate di Sopra licenziato il 22 ottobre è arrivato fino in Parlamento. Marco Grimaldi, vice capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera dei Deputati, ha infatti presentato oggi (29 ottobre) un’interrogazione a risposta scritta.
Fiom Cgil e Fim Cisl hanno parlato di «un licenziamento ritorsivo» da parte dei vertici dell’azienda, tra i principali produttori di macchine utensili con asportazione di truciolo per la tornitura e la fresatura. Il delegato sindacale era stato convocato e invitato a lasciare immediatamente la sede. Successivamente, aveva ricevuto una lettera che ne annunciava il licenziamento per soppressione della mansione.
La dura posizione dei sindacati e lo sciopero
I sindacati hanno spiegato che il lavoratore, inquadrato al livello A1 (il più alto della classificazione), è una figura di alta professionalità, con una specializzazione proprio sulle normative doganali e daziarie. «Una competenza chiave – si legge nel comunicato congiunto condiviso il 27 ottobre dai sindacati – in un momento in cui, secondo il nuovo piano industriale presentato dall’azienda, lo stabilimento di Brembate dovrebbe rafforzare il proprio ruolo nell’export internazionale».
Il motivo del licenziamento appare come «un’argomentazione del tutto incongruente»: nello stabilimento lavorano 176 addetti e non sarebbero previsti altri licenziamenti individuali. Anzi: il piano industriale da poco presentato potrebbe al contrario portare a un rafforzamento dell’organico e nuove possibilità di occupazione, grazie a nuove attività di montaggio e un maggior orientamento verso l’estero. Per questo motivo, proprio il 27 ottobre venne dichiarato uno sciopero immediato.
«Un licenziamento puramente ritorsivo»
È da queste premesse che parte l’interrogazione del deputato Grimaldi, che spiega: «Liberali e sovranisti hanno passato anni a dirci che l’articolo 18 era un ferro vecchio di cui non c’era più bisogno, ma quanto accaduto alla Dmg Mori di Brembate, come purtroppo in tanti altri casi, dimostra plasticamente il contrario. Un licenziamento puramente ritorsivo dopo le tensioni seguite al mancato rinnovo del contratto nazionale. Siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della Dgm in sciopero: è urgente che si faccia pressione sulla dirigenza perché risponda di un atto antisindacale e ingiustificabile».
La richiesta alla ministra
Nel documento, Grimaldi chiede alla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, se, «tenuto conto che emergono sempre più nelle aziende atteggiamenti che mirano a colpire delegati sindacali rappresentativi dei lavoratori con sanzioni e perfino licenziamenti, non ritenga necessario assumere nei confronti delle aziende per riaffermare i diritti dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali; se non intenda avviare una iniziativa nei confronti della Dmg Mori di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, al fine di richiedere il ritiro del licenziamento del delegato sindacale che appare come atto ritorsivo antisindacale e ingiustificabile, nonché per ristabilire corrette relazioni con i sindacati dei lavoratori».