il don chisciotte della bici

Deturpata la targa in memoria di Angelo Mainetti: «Un piccolo atto, ma meschino e vile»

La scritta "A.ri.bi" è stata trasformata in "A.ri.bo". La presidente dell'associazione: «La memoria non si scalfisce con l'inchiostro»

Deturpata la targa in memoria di Angelo Mainetti: «Un piccolo atto, ma meschino e vile»
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È stata vandalizzata la targa che campeggia in una delle due estremità della prima pista ciclabile della città di Bergamo, dedicata nel 2019 all'avvocato Angelo Mainetti, fondatore di A.ri.bi, Associazione per il rilancio della bicicletta.

A farlo sapere è Claudia Ratti, attuale presidente del gruppo, che su Facebook ha pubblicato un post dove riporta l'accaduto definendolo: «Un piccolo atto, sì. Ma un atto meschino e vile, che tenta di ferire simbolicamente la storia e il lavoro di un uomo che ha dedicato la propria vita alla promozione della mobilità sostenibile in un tempo in cui andare in bicicletta per la città era ancora un atto quasi rivoluzionario».

L'atto vandalico

La targa è stata modificata proprio nel tratto finale, quello della scritta "A.ri.bi" trasformata in "Aribo" con un pennarello nero. Un tratto quindi piccolo, probabilmente fatto con leggerezza per ricordare il noto marchio di caramelle (che però avrebbe anche la lettera "h" davanti). Un gesto verso il quale Aribi non vuole restare indifferente, nel rispetto di Mainetti.

Perché la memoria è importante

Scrive Ratti nel suo post: «L'Avvocato Mainetti non è stato solo il fondatore dell'Aribi nel lontano 1981, ma la mente visionaria che per anni lavorò instancabilmente per immaginare e costruire una città a misura di biciclette. Lo chiamavano il Don Chisciotte della bicicletta, così lo definì con affetto e stima il giornalista Paolo Aresi. Un combattente gentile, idealista e concreto, sempre pronto al confronto con le istituzioni, con le quali Aribi ha sempre dialogato – anche tra divergenze e punti di vista diversi – in 44 anni di vita associativa. Il Comune di Bergamo, a cui va la nostra gratitudine, gli conferì la Benemerenza Civica a titolo personale, e nel 2011 riconobbe lo stesso onore all’intera associazione. Fu proprio l’Amministrazione comunale, sei anni fa, a volere con convinzione accogliere la nostra proposta di posa delle due targhe commemorative dedicate al nostro fondatore, con una cerimonia pubblica toccante e partecipata, alla presenza anche dell'attuale vicesindaco Sergio Gandi. Un momento sentito, non retorico, che restituiva alla città un pezzetto della sua storia civile e ciclistica».

«Un atto che parla di vuoto»

L'associazione si rivolge quindi al Comune per chiedere di ripulire la targa e restituirle quindi l'aspetto originario. Aggiunge poi un appello ai responsabili del gesto: «Chiediamo una riflessione seria. Riveda il film della propria vita. Provi a chiedersi se ha lasciato dietro di sé qualcosa di costruttivo, qualcosa di grande come ha fatto lui, il nostro fondatore e presidente onorario. Temo che la pellicola durerebbe poco. Questo atto parla di vuoto. Ma la città è piena del lascito dell'avvocato Mainetti e lo sanno anche le pietre. E allora chiudiamo con una frase che ci rappresenta:"Ci sono cose che non possono essere scalfite né dal tempo né dagli uomini. Sono scritte nei cuori. E lì restano"».