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Ricordo bene l'esperienza di emigrante in Svizzera di un mio zio ormai tantissimi anni fa. Ando' esattamente come dice la Sig.ra Ornella per lui e i tanti emigranti bergamaschi e non solo che lì si trovavano. Aggiungo che Don Trussardi conosce senz'altro bene il problema immigrazione ma la sua analisi sulle soluzioni (" basterebbe sedersi a parlarne un pomeriggio") a me pare un pò semplicistica
Penso che tutti i migranti si organizzino come hanno fatto i nostri all'epoca della migrazione nelle miniere all'estero. Anche loro abbandonati si sono dati da fare per trovare un modo di vivere, povero ma civile, e mantenersi e osservare le regole di civiltà del paese ospitante. Nulla più.
Tutti che si preoccupano dei migranti ma pochi dei nostri giovani che sono costretti a lavorare con contratti disumani e poco retribuiti iniziamo a risolvere i problemi di casa nostra poi potremmo pensare agli altri
C'è bisogno di manodopera? Che si ripristino i famosi uffici di collocamento. Le aziende dovrebbero partire da lì, il disoccupato idem. Lo stato smetta di mantenere e " costringa" i disoccupati ad imparare, a formarsi per una nuova attività. Ad esempio conosco un ormai disoccupato irrecuperabile, 2008 azi3nda chiude, cassa ordinaria, straordinaria, mobilità, disoccupazione, poi sussidio aiuto dal comune, la moglie lavora. Lui qualche sbricchettata in nero, ma senza consumarsi le unghie. Risposta dello stesso: al gha de es öl goerno a troam de laurá. Quindi?
per dare lavoro a queste persone occorrono investimenti globali a partire dalla Lingua,fino alla Formazione,non sanno fare niente ed ammesso che vogliano lavorare serve insegnare loro non solo la professione,ma come si vive nella nostra società,e seguirli affinchè non siano vittime di incidenti sul lavoro,non è semplice come far lavorare un Bergamasco