Dopo la pallavolo e gli spettacoli, Bergamo perde anche il grande tennis
Il torneo internazionale dovrebbe giocarsi in autunno, ma l’incertezza sui tempi dell’Arena di Chorus Life ha portato al trasferimento (per un anno) a Rovereto
di Andrea Rossetti
Rispetto a qualche mese fa, sono un po’ meno. Ma ancora oggi, ogni mattina, sono tanti gli operai e i tecnici che, dopo aver parcheggiato nel piazzale del cimitero monumentale di Bergamo e dintorni, si recano all’enorme cantiere di Chorus Life, “incastrato” tra le vie Bianzana e Serassi.
La loro presenza - una costante per chi vive in zona - sembra essere diventata l’unica certezza di una maxi operazione di riqualificazione urbana avviata ormai nel lontano 2017 e sulla cui conclusione pende invece un grosso punto di domanda.
Nessuna certezza
La conferma arriva dal fatto che, dopo che per un po’ si sono provate a fissare delle scadenze per i lavori in corso, ora in Chorus Life si è optato per un cauto silenzio. Poco più di un anno fa, in occasione dell’inaugurazione dell’anno di Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura, si vociferava che la grande Arena da 6.500 posti si sarebbe potuta inaugurare forse a dicembre, poi i piani sono ulteriormente cambiati.
Adesso si spera - senza però dirlo ufficialmente - nell’inizio dell’anno prossimo. Intanto, appuntamenti fissati per l’autunno prossimo saltano. Lo ha confermato nei giorni scorsi Marco Fermi, direttore degli Internazionali di Tennis di Bergamo, rendendo noto che l’edizione 2024 - prevista per novembre - dell’apprezzato torneo non si terrà in città, bensì a Rovereto. La speranza è quella di tornare a Bergamo nel 2025. Ma non vi è nessuna certezza, appunto.
«L’anno scorso abbiamo sopperito alla chiusura del palazzetto dello sport di via Pitentino giocando al centro sportivo Italcementi e utilizzando come secondo campo la palestra di Alzano - spiega Fermi -, ma la Atp (l’associazione internazionale che gestisce i tornei tennistici ufficiali, ndr) ci ha detto che un’organizzazione del genere non rispettava gli standard. Ci siamo quindi visti costretti a muoverci diversamente e, dato che al momento non abbiamo alcun tipo di certezza sulle strutture cittadine, abbiamo optato per un trasferimento di un anno, così da non perdere la finestra nel calendario».
Qui va un attimo spiegato, in maniera semplice, come funziona l’organizzazione del calendario tennistico: sia per i tornei Atp (ovvero quelli di più alto livello) che per i Challenger (livello leggermente più basso, a cui appartiene anche Bergamo), c’è un numero fisso. Per poterne organizzare di nuovi, dunque, è necessario che qualcuno “rinunci” e ceda il proprio diritto. Se Bergamo rinunciasse (...)
Ottimo. Altro splendido risultato di Gori, Zenoni, Brembilla, Gandi e C. Infatti nei cartelloni elettorali la Carnevali dice: "Vedrete che Bergamo"! Ha ragione, infatti con lei ci sarà il mortorio assoluto per i Bergamaschi, ma favori a africani, spacciatori, ladri e infine il luna park per turisti. Chi lavora invece..."Io sò io e voi non siete un c....".
Ma se i politici non provano personalmente cosa vuol dire essere professionista dello sport come possono riuscire a costruire nei tempi struttura professionali rispettando soprattutto i tempi?
Indipendentemente dall'ideale politico che uno può avere è innegabile constatare che la giunta Gori - in questo ultimo anno - sia riuscita in una "missione impossibile": in un sol colpo privare la città di Bergamo di un palasport ed una struttura per spettacoli, che funzionava, a favore di un contenitore, sulla carta, "multifunzionale" -gestito da privati- che chissà quando vedrà la luce. Auguriamoci che chiunque succederà al comando del governo cittadino - qualunque sia il colore politico - abbia l'accortezza di non avere l'arroganza di chi li ha preceduti (perché anche questo è innegabile) e sappia veramente ASCOLTARE la città ed i suoi cittadini.