In via Crocefisso

«Dopo l’alluvione del 9 settembre 2024, quella montagna di terra mi fa paura»

Una residente, già vittima del nubifragio dell'anno scorso a Bergamo, denuncia la situazione nell’area deposito del cantiere T2 della Teb

«Dopo l’alluvione del 9 settembre 2024, quella montagna di terra mi fa paura»

di Elena Esposto

Due montagne, una di terra e una di ghiaia, incombono su via Crocefisso a Bergamo, nell’area deposito del cantiere Teb per la T2 a ridosso del sottopasso che porta verso San Colombano.

Passando davanti alle reti arancioni che delimitano l’area vietata ai non addetti, lasciando dietro di sé impronte sul marciapiede sporco di terra, è facile capire la preoccupazione di chi vive nella zona.

«Ogni volta che piove si crea un fiume di fango che scende dal cantiere e invade la strada – racconta Elisa (nome di fantasia), che abita poco lontano -. Si allaga tutto e i tombini non riescono a drenare, anche perché spesso vengono tappati dalle rampe mobili che i camion utilizzano per salire più agevolmente sul marciapiede».

Se avere la strada di fronte a casa allagata dal fango non sarebbe piacevole per nessuno, per gli abitanti di via Crocefisso, già duramente colpiti dall’alluvione del 9 settembre 2024, al disagio si aggiunge la paura. «Nell’inondazione ho perso sia la moto che la macchina nuova, che aveva appena 1.110 chilometri», dice ancora Elisa. Alla quale, come a molti suoi vicini, si sono allagati garage e cantina.

«Ora la macchina nuova è assicurata contro questo tipo di sinistri fino a novembre, ma non so se rinnovarla e restare qui oppure andare via».

Elisa si è trasferita nel quartiere Valtesse a maggio del 2022 perché voleva che sua figlia studiasse in una buona scuola (…)

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