in via Roma

Dopo l’inaugurazione di Palazzo Belli, Grassobbio pensa alla riqualifica di via Roma

Per i cittadini è stata una festa e tante le rappresentanze: Comuni vicini, Provincia e Regione. Annunciato il prossimo progetto per il paese

Dopo l’inaugurazione di Palazzo Belli, Grassobbio pensa alla riqualifica di via Roma

Oggi (venerdì 26 settembre), Grassobbio ha festeggiato la rinascita del suo simbolo più prezioso: Palazzo Belli. Dopo un anno e mezzo di lavori e un investimento di oltre un milione e duecentomila euro, l’edificio settecentesco torna ad accogliere cittadini e istituzioni nei suoi tre livelli.

In tanti hanno risposto all’invito: autorità locali, sindaci dei Comuni vicini, rappresentanti della Regione e della Provincia, ma soprattutto i cittadini, che hanno voluto vedere con i propri occhi il nuovo volto del palazzo. «È un regalo che la comunità fa a sé stessa – ha detto il sindaco Manuel Bentoglio –. Il 90 per cento dei fondi è stato messo dal Comune, cioè da tutti voi. Senza i cittadini questo risultato non sarebbe stato possibile». Poi un invito che guarda oltre i confini del paese: «Palazzo Belli è pronto ad aprire le sue stanze a chiunque, anche ai cittadini degli altri Comuni. È un luogo che appartiene a tutti».

Presto altre novità su via Roma

Il restauro ha riguardato l’intero edificio: dagli impianti tecnologici al consolidamento delle strutture storiche, dal nuovo ascensore per l’accessibilità ai serramenti per l’efficienza energetica. «Era giunto il momento di ridare dignità a questo palazzo – spiega il sindaco –. I primi interventi risalivano agli anni Ottanta e Novanta, ma serviva un lavoro profondo, rispettoso della storia e al tempo stesso proiettato al futuro». E il futuro è già nei progetti del Comune. Bentoglio ha infatti annunciato l’intenzione di riqualificare via Roma. «Dopo Palazzo Belli e la Cascina Ghezzi, adesso tocca a via Roma – ha detto il primo cittadino –. Vogliamo trasformarla in una strada più vivibile, con arredi urbani e spazi che favoriscano il transito pedonale. Vorremmo una piccola via del commercio, più accogliente per tutti».

Al termine della strada nascerà anche una nuova piazza capace di collegare la scuola primaria, la secondaria, la chiesa, l’oratorio e il municipio. «Sarà un modo per unire i luoghi della cultura, della socialità e della religione. Persino il monumento ai Caduti sarà spostato nel giardino di Palazzo Belli, così da dialogare con il museo». Un progetto che il Comune punta a finanziare con fondi Pnrr o, in alternativa, con nuovi bandi.

La biblioteca raddoppia

Il maggior intervento è stato dedicato alla biblioteca comunale, oggi completamente rinnovata e distribuita su due piani. Al piano terra un mondo a misura di bambino, con scaffali bassi, cuscini colorati, poltroncine e armadietti. Al piano superiore, invece, lo spazio è pensato per adulti e studenti: nuove aree studio, libri di testo universitari, sale luminose e persino una piccola buvette per le pause.

«Una volta qui c’erano le associazioni, ora spostate alla Cascina Ghezzi – ha spiegato il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Yuri Tartari –. Abbiamo voluto che la biblioteca si espandesse e diventasse un luogo per tutte le generazioni, accogliente e funzionale». E aggiunge: «Nonostante i lavori, la biblioteca non ha mai chiuso del tutto. È stata una sfida, ma volevamo che i cittadini continuassero a vivere questo spazio».

Un museo rinnovato e il salone delle feste

Il secondo piano posto sul terzo livello dell’edificio, ospita il Museo dei combattenti e reduci, finalmente ampliato in spazi più grandi e luminosi. «Prima era confinato in due stanzette, oggi invece è una vera area museale, resa possibile anche grazie al sostegno della federazione provinciale», ha detto Tartari.

Altra grande novità è nella nuova sala consiliare, allestita nell’antico salone delle feste, restaurato negli affreschi e dotato ora di moderne tecnologie audio-video che permetteranno anche lo streaming delle sedute. La sala è stata intitolata a Maria Teresa Ponziani, la bambina di Grassobbio uccisa a soli otto anni durante il bombardamento di Dalmine il 6 luglio del 1944. «Abbiamo scelto lei  perché la sua storia parla non solo della nostra comunità, ma di tutte le vittime innocenti della guerra», ha concluso il vicesindaco.

La giornata si è conclusa con un invito rivolto a tutti: «Noi, come Amministrazione, ci abbiamo creduto. Ora tocca ai cittadini rendere vivo questo bellissimo spazio», ha detto l’assessora alla Cultura Ariela Rota (intervista video).