Due anni di pandemia al Papa Giovanni: curati oltre 5 mila malati da tutta la Lombardia
Oggi, martedì 22 febbraio, ricorrono i due anni esatti dal giorno in cui per il Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha avuto inizio l’emergenza sanitaria, con la prima convocazione dell’Unità di crisi
Lungo le quattro ondate del Covid all’ospedale Papa Giovanni XXIII sono stati curati oltre 5 mila malati ricoverati da tutta la Lombardia, effettuati molte migliaia di tamponi, pubblicati decine di studi clinici per studiare il coronavirus e per individuare possibili terapie e, non ultimo per importanza, somministrati oltre 580 mila vaccini nei sette hub vaccinali sul territorio.
Oggi, martedì 22 febbraio, ricorrono i due anni esatti dal giorno in cui per il Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha avuto inizio l’emergenza sanitaria, con la prima convocazione dell’Unità di crisi. Per ricordare la ricorrenza, l’ospedale ha realizzato e reso pubblico uno scatto fotografico di gruppo dei suoi medici e infermieri, ritratti ai piedi del murale esterno alla Torre 4 su cui è raffigurato l’operatore sanitario che abbraccia l’Italia; un’immagine che ha fatto il giro del mondo e che è diventata un’icona della lotta al virus.
«Nessuno di noi, così come nessun bergamasco, può dimenticare ciò che abbiamo vissuto – commenta il direttore generale Maria Beatrice Stasi -. Esattamente due anni fa ci siamo trovati ad affrontare, primo grande ospedale in occidente, qualcosa di completamente sconosciuto e inaspettato. Abbiamo dovuto superare insieme, strada facendo, le continue nuove urgenze e le tante difficoltà. In poche settimane ci siamo ritrovati a portare al limite le nostre risorse fisiche e psicologiche».
Negli ultimi mesi del 2021 l’Asst Papa Giovanni XXIII ha riprogrammato l’attività clinica non urgente sospesa a causa del Covid, recuperando 537 interventi, tra operazioni chirurgiche e procedure interventistiche, e oltre 5.700 prestazioni ambulatoriali, tra prime visite e controlli, endoscopie ed esami di diagnostica strumentale.
«Mantenere vivo il ricordo ci aiuta a fare i conti con i segni, professionali e personali, che ci lascia questa esperienza drammatica – conclude Maria Beatrice Stasi -. E ci supporta nelle sfide che abbiamo davanti, ora che il peggio sembra alle nostre spalle. Perché, anche nei momenti più difficili, non abbiamo mai smesso di credere che ce l’avremmo fatta. E abbiamo imparato che per risolvere questioni emergenziali e complesse serve unire le forze e fare squadra. Solo così è possibile raggiungere obiettivi altrimenti impensabili. A tutto il personale del Papa Giovanni è giusto dedicare un grande apprezzamento, per quello che uniti siamo riusciti fin qui a realizzare con la capacità di pensare e progettare il futuro anche nei momenti più difficili».