«È offensivo togliere i parcheggi “bianchi” senza dare reali alternative»
Un’operazione come quella del quartiere Santa Lucia «dovrebbe essere l'ultimo tassello di un percorso volto a incentivare l'uso di mezzi alternativi e limitare l'automobile, non il primo passo»
Fa ancora discutere il tema dei parcheggi in città. Nel quartiere Santa Lucia in questi giorni è in atto la trasformazione dei pochi stalli “bianchi” in posteggi a pagamento o riservati ai residenti: i dipendenti della clinica Castelli, e non solo, non sono d’accordo. «Le recenti modifiche alla regolamentazione dei parcheggi, infatti, coinvolgono tutti i lavoratori del quartiere e delle zone limitrofe, che già allo stato attuale impiegano diverso tempo ogni giorno per trovare uno stallo dove lasciare l'automobile per recarsi sul luogo di lavoro» scrive in una lettera Davide Brignoli.
«Preso atto dell'intenzione dell'Amministrazione di rendere il centro città meno congestionato dalle auto, privilegiando i mezzi di trasporto alternativi, le azioni riguardanti i parcheggi non possono che destare perplessità oltre che creare seri problemi ai lavoratori. Un intervento di questo tipo, che limita notevolmente i posti auto liberi dedicando la maggior parte degli stalli ai residenti oppure a pagamento, dovrebbe essere l'ultimo tassello di un percorso volto a incentivare l'uso di mezzi alternativi e limitare l'automobile, non il primo passo! A titolo esemplificativo ma non esaustivo, ogni quartiere all'ingresso della città dovrebbe avere un ampio parcheggio libero a disposizione dell'utenza (Redona per chi proviene dalla Val Seriana, Valtesse per chi proviene dalla Val Brembana, e così via), i quali dovrebbero essere collegati al centro città con numerose corse di autobus, possibilmente ad un prezzo calmierato. E' noto al contrario come al momento il sistema di trasporto cittadino non sia assolutamente in grado di reggere un'utenza simile, basti pensare agli autobus quotidianamente pieni oltre i limiti di studenti che giustamente si recano a scuola. In sintesi prima vanno create le condizioni e messi a disposizione i mezzi, poi si mettono obblighi e divieti».
Brignoli aggiunge che trova molto semplicistico, e per certi versi offensivo, sostenere che i lavoratori dovrebbero utilizzare i mezzi pubblici allo stato attuale, i monopattini elettrici oppure decidere di parcheggiare pagando di tasca propria, «sostenendo un onere non indifferente stante il livello degli stipendi».
«Questa azione ha anche, a mio avviso, due conseguenze psicologiche, che dir si voglia, non indifferenti. L'astio e la delusione verso la politica da parte dei cittadini non può certo trovare giovamento, dando l'impressione che gli amministratori vivano in un mondo parallelo ben diverso da quello quotidiano affrontato dalle persone comuni (Poi ci si domanda perché aumenta l'astensionismo alle urne?) In secondo luogo, per essere realisti, si viene nuovamente a creare una separazione tra coloro che possono e chi invece non può: E' evidente che le persone senza particolari problemi economici (professionisti, imprenditori) non avranno dubbi nell'utilizzare i parcheggi pagamento. Gli altri al contrario, dovranno vedersela con l'ennesimo onere economico in alternativa a degli spostamenti quotidiani ancor più difficoltosi di quanto già non siano, e ricordiamolo, per recarsi al lavoro, non per andare a divertirsi.
Mi permetto di allegare una foto odierna dei nuovi parcheggi per residenti in Via Diaz, scattata in pieno giorno: Vale veramente la pena avere parcheggi vuoti mentre i lavoratori non sanno come recarsi al lavoro?».