Edoné non trasmetterà le partite dei Mondiali in Qatar: «Abbiamo deciso di boicottarli»
Nella discussione generale, il locale di Redona ha preso una posizione netta, spiegando i perché e ammettendo quanto sia stata difficile
Edoné, birra e partita è un classico. Per gli atalantini e non solo. Ma non sarà così per gli imminenti Mondiali. Gli schermi del locale di via Gemelli, e così anche quelli del Bombonera Social Pub al Villaggio degli Sposi, non proietteranno infatti le partite della sfida calcistica più attesa. Si tratta di una scelta forte, presa dopo un'analisi e un confronto interno che traspare in filigrana dalla newsletter inviata da Edonè ai suoi clienti e affezionati non solo per avvisarli del fatto in sé, ma soprattutto per spiegare i perché di questa decisione.
La decisione
«Abbiamo deciso, nel nostro piccolo, di boicottare i Mondiali di calcio in Qatar, non mostrando nessuna partita nei nostri spazi», scrivono dopo un'introduzione che trasuda amore per il calcio e consapevolezza di volerne custodire «il suo aspetto sociale: la forza di avvicinare e unire milioni di appassionati, in ogni angolo della terra. E il messaggio che anche chi non è ricco o predestinato, con volontà e idee, può vincere». Ed è proprio in nome di questo valore sociale che Edoné non può tollerare la scelta di tenere la sfida in Qatar, fatto contestato da grandi testate e del quale si è ampiamente discusso in questi giorni di attesa e poi avvio del torneo internazionale.
Violazione dei diritti umani, soprattutto di donne e della comunità queer, in uno Stato in cui l’omosessualità è fuorilegge; condizioni dei lavoratori che hanno portato alla morte di più di seimila di questi secondo un'indagine del Guardian; sostenibilità allo stremo, tra stadi creati dal nulla nel deserto, da raffreddare perché altrimenti sarebbe impossibile giocare e che, probabilmente, saranno in parte demoliti una volta chiuso il Mondiale; libertà di stampa. Sono questi i punti toccati da Edoné, problematiche di certo non sconosciute e delle quali si è parlato, ma davanti alle quali non tutti, nella piena liberà, hanno preso una decisione netta come quella dello spazio giovanile di Redona.
«A costo di rimetterci»
Il locale sa che si tratta di una scelta coraggiosa, perché va a tagliare una possibile fetta di guadagno. Scrivono: «Vogliamo essere onesti: è una scelta sofferta e rischiosa dal punto di vista economico, soprattutto per Bombonera, che nasce come pub sportivo e di condivisione e si sostenta anche grazie ad appassionati che vengono a seguire le partite. Tuttavia, riteniamo che questo Mondiale rappresenti l’apice della commercializzazione del nostro sport, e non possiamo far finta di niente, anche a costo di rimetterci».
Tanto l'Italia non gioca...
Vero è che la mancanza dell'Italia al Mondiale rende più facile la scelta. Competizioni come questa creano occasioni di ritrovo, di gruppo, smuovono gli animi anche dei tifosi più tiepidi e spingono fuori casa alla ricerca di uno schermo e una birra anche chi il calcio non lo guardava dagli Europei vinti. Ma Edoné scrive: «Non lo nascondiamo: le partita dell’Italia a un Mondiale ed Europeo ci hanno sempre regalato serate magiche e rappresentato anche un buon aiuto economico non trascurabile in tempi così complicati. Quindi, sicuramente, se l’Italia si fosse qualificata questa scelta sarebbe stata ancora più difficile e sofferta. Ma ci piace pensare che il risultato sarebbe stato lo stesso. E non sarebbe stata la prima volta: anche in passato abbiam dovuto rinunciare a feste o avvenimenti che ci avrebbero garantito un grosso aiuto economico a fronte di una scelta coerente con i nostri valori e il nostro percorso».