Emergenza cinghiali in Bergamasca: Coldiretti e allevatori davanti al Pirellone per manifestare
L'obiettivo è portare all'attenzione le difficoltà che il proliferare di questi ungulati sta portando ad aziende agricole e cittadini
In Bergamasca è SOS cinghiali: ingenti, infatti, i danni provocati in un anno da questi ungulati nelle campagne della provincia di Bergamo, con assalti e raid che distruggono raccolti, produzioni e pascoli, costringendo gli agricoltori a intervenire periodicamente.
Lo ha sottolineato Coldiretti Bergamo in occasione della protesta che si è tenuta oggi, martedì 18 giugno, in piazza Duca d'Aosta a Milano, di fronte a Palazzo Pirelli. Centinaia gli agricoltori provenienti da tutte le province, molto numerosa la delegazione bergamasca guidata dal presidente Gabriele Borella e dal direttore Carlo Loffreda. Al loro fianco anche sindaci ed esponenti delle istituzioni territoriali.
Obiettivo: manifestare le grandi difficoltà che il proliferare incontrollato della fauna selvatica sta creando alle aziende agricole ma anche ai cittadini, con danni, diretti e indiretti, che ammontano a circa un milione di euro, denunciando con le loro esperienze una situazione critica che sta provocando problemi sanitari, sociali, economici e ambientali.
Le testimonianze di agricoltori e allevatori bergamaschi
«Ogni anno è sempre peggio - spiega Angelo Casali, agricoltore di Berzo San Fermo -. Sollevano le zolle di terra nei campi, distruggono la cotica erbosa e il foraggio o si riempie di terra o non cresce più. Ogni volta devo perdere tempo e soldi per ripristinare il terreno, ma dopo poco ritorna tutto come prima». Il problema dei cinghiali, che si somma ai danni provocati da altre specie selvatiche o invasive con cui gli agricoltori quotidianamente sono costretti a fare i conti, si è aggravato di anno in anno.
«Ho un allevamento di bovini da latte e da carne - racconta Marco Musitelli, allevatore di Vedeseta -. I cinghiali sono un grosso problema perché causano danni ingenti: rovinano il manto erboso di prati e pascoli e non riesco più a raccogliere il fieno che mi serve per alimentare gli animali, quel poco che rimane è mischiato alla terra ed è di pessima qualità. In alpeggio ho anche un piccolo allevamento di suini e ho sempre timore per quanto riguarda gli aspetti sanitari. I cinghiali infatti rappresentano un rischio concreto per la diffusione di malattie e parassiti, sono talmente numerosi che non so più cosa fare per mettermi al riparo da questi pericoli».
Tra le malattie diffuse dai cinghiali c'è la peste suina africana: non trasmissibile all'uomo, mette tuttavia in pericolo gli allevamenti suinicoli e con essi un intero settore. Ma gli animali selvatici mettono a rischio anche la sicurezza delle persone, attraverso incursioni sempre più frequenti nei centri urbani, causando schianti e incidenti su strade e autostrade. La Lombardia è la seconda regione per numero di incidenti con animali, con venti episodi in un anno.
«Oggi siamo qui con questa mobilitazione - dichiara il presidente di Coldiretti Bergamo Gabriele Borella - perché siamo stanchi di questa situazione che continua a peggiorare. In questi mesi abbiamo lavorato per ottenere alcuni risultati per il settore. Ora chiediamo un cambio di passo anche per il problema dei cinghiali. Il nostro obiettivo è far applicare subito a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica».