«Era meglio l'Unione Sovietica»: la guerra secondo Florentina, ucraina a Seriate
Ha 51 anni, vive e lavora vicino alla città. Sua figlia Cristina si trova a Cernivtsi, al confine con la Romania. Dolore e preoccupazione
di Paolo Aresi
Florentina ha cinquantuno anni e vive a Seriate, in un tranquillo condominio al confine con Bergamo. Ha quattro figli, tre vivono in Italia, ma la ragazza, Cristina, è sposata in Ucraina, a Cernivtsi, vicino al confine con la Romania, sul fiume Siret. Florentina vive aiutando nelle case, fa la collaboratrice domestica. Con Cernivrtsi mantiene un rapporto profondo, sia per la figlia, sia perché ci sono ancora amici e parenti. Abbiamo parlato con la donna ucraina mercoledì sera dopo che Florentina aveva trascorso il pomeriggio, dopo il lavoro, ad aiutare in oratorio per raccogliere viveri, coperte, vestiario da mandare nel suo Paese.
Che cosa pensa di quello che sta succedendo?
«Sento mia figlia più volte al giorno, la nostra città per fortuna sta verso la Romania, è lontana dal fronte, però arrivano tantissimi profughi e tutti cercano di dare una mano, con quello che hanno. Per questo mi sto dando da fare per recuperare qualsiasi cosa possa essere utile alla nostra gente, c’è bisogno di tutto, fa ancora molto freddo da noi, servono coperte, medicinali, anche viveri perché diverse strade di rifornimento sono bloccate, tanti uomini non lavorano più, sono impegnati a difenderci... Quello che Putin sta facendo è incredibile, non lo avremmo mai immaginato, mai».
Che cosa le raccontano?
«Le nostre conoscenze, i nostri amici e parenti ci raccontano di bombardamenti, di morti tra civili, compresi donne e bambini. Ho visto delle immagini terribili, quelle di una famiglia presa, tirata giù da un’automobile e poi colpita dalle fucilate, quelle di un nostro soldato crocifisso... Putin pensava che noi Ucraini avremmo deposto le armi nel momento in cui il suo esercito entrava nel nostro Paese, pensava che bastasse fare vedere i muscoli. Se fosse per lui, vorrebbe prendere anche Moldavia e Polonia, io credo che lui sia una persona malata perché una persona normale non poteva fare tutto questo, anche se poteva avere delle ragioni, tutto andava risolto con la politica».
Lei pensa che Putin non si fermerà?
«Io penso che sia un grande pericolo, sta portando troppa sofferenza, a tutti, prego perché si fermi, perché non usi le armi nucleari».
L’Ucraina era parte dell’Unione Sovietica.
«Io sono nata durante l’Unione Sovietica, io ero orgogliosa di essere una cittadina sovietica. Adesso Putin ci dice che noi Ucraini siamo nazisti, ma non è vero per niente. Abbiamo convissuto in maniera fraterna per settant’anni, i Russi stavano in Ucraina e tanti Ucraini vivevano in Russia ed eravamo contenti. Se fossimo stati un popolo nazista, cattivo, i Russi non sarebbero rimasti da noi per tanti anni. Io ero orgogliosa dell’Unione Sovietica, sì. Non avevamo tanto, ma il cibo non è mai mancato e neppure il riscaldamento; certo non si compravano i vestiti alla moda e nemmeno la macchina bella, però eravamo felici. Lo stipendio minimo era di 70 rubli, quello massimo di 300 rubli, c’era giustizia. La scuola era gratuita, l’università gratuita, l’assistenza sanitaria anche. Avevamo un buon sistema di previdenza sociale. Poi c’è stato il crollo dell’Unione Sovietica e siamo finiti nella miseria. Prima, nessuno emigrava, adesso quante persone sono in giro per il mondo, come me, per guadagnare il pane! Adesso la gente soffre la fame e c’è chi è ricchissimo. È civiltà questa?».