Dannata Burocrazia

eSport Palace, l'eccellenza del "gaming" che Bergamo rischia di perdere

Situato in via Carducci, è un punto di riferimento per gli appassionati. Ma il proprietario Alessio Cicolari denuncia le assurde regole a cui è sottoposto

eSport Palace, l'eccellenza del "gaming" che Bergamo rischia di perdere
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di Marta Belotti

Da fuori, sembra un bar o un locale come molti altri, ma dentro, nei sui mille metri quadrati dedicati principalmente al gaming, nella penombra illuminata dalle oltre venti postazioni di gioco e dagli schermi, fa capolino un’eccellenza tutta bergamasca. È l’eSports Palace di via Carducci, quasi due milioni di seguaci su TikTok e una fama diffusa, soprattutto fra gli appassionati di sport elettronici (per questo eSports), ovvero di una forma di competizione organizzata che avviene tramite e grazie ai videogiochi.

@esportpalace

Non lo sappiamo ancora.. potrebbe essere come il contrario.. vedremo ✅ #langate #salalan

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Un mondo relativamente nuovo, conosciuto bene soprattutto da giovani e giovanissimi, osservato con curiosità da qualcuno più in su con l’età, ma più spesso squadrato con occhio critico dalle generazioni meno giovani. Per tanti, insomma, un mondo sconosciuto e osservato con pregiudizio, anche da diverse Istituzioni. E anche per questo l’eSports Palace potrebbe andarsene da Bergamo.

Il sequestro

Il materiale sequestrato dall'Adm

Tutto è iniziato a fine aprile scorso, come racconta Alessio Cicolari, fondatore e amministratore di Ak, società del settore informatico e tecnologico da cui è nato poi un universo che si è sviluppato in molteplici direzioni, gaming ed eSports compresi: «Un giorno le forze dell’ordine sono arrivate e ci hanno sequestrato praticamente tutto. Mi aspettavo almeno un verbale, invece, da un momento all’altro, mi hanno raso al suolo l’attività. Sono stato costretto a stare chiuso diversi mesi, fino allo scorso luglio».

«Dopo due anni di Covid e con il caro-energia, la situazione non è certo rosea. Ma ciò che più mi indispone è come si sia articolata la dinamica dei fatti. Il tutto è nato perché l’Italia è un Paese burocraticamente lento, così sugli eSports e sulle sale Lan si è creato un vuoto normativo enorme».

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Cicolari spiega poi, con parole semplici, cos’è successo: «Dopo una segnalazione, Adm (Associazione delle Dogane e dei Monopoli, ndr) ha fatto partire un’azione contro di noi, perché, per farla semplice, siamo stati comparati a delle sale slot e da gioco. La legge vorrebbe che il “gioco” sia omologato, ma i pc sono impossibili da omologare! (...)

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