All’ex convento del Sacro Cuore, a Bergamo, i lavori sembrano procedere piuttosto a rilento: destinato a diventare, come l’aveva definito la Giunta Gori, un “villaggio sociale” e finanziato dal Comune prima dell’effettivo acquisto da Redo Sgr già per il 67 per cento, la sua acquisizione costerà in tutto a Palazzo Frizzoni otto milioni e duecentomila euro. Una cifra, tra l’altro, scontata del dieci per cento rispetto alla perizia del professor Micelli dell’Università di Venezia, che aveva stimato il suo valore a 9 milioni e 150 mila euro.
Un investimento considerevole per l’Amministrazione, che negli spazi del complesso vorrebbero realizzare una Casa di comunità, oltre a un asilo e uno spazio socio-culturale, con appartamenti per anziani e persone con disturbi psichici.
Il cantiere è in ritardo?
Il problema è che, al momento, anche sulla base di quanto scritto sul cartello all’esterno del cantiere, si sarebbero unicamente fatti dei lavori di bonifica da amianto e fibre di vetro, con rimozione di un serbatoio interrato, poi conclusi a giugno 2025. Con un successivo lungo stop e la ripresa delle operazioni nell’ultima settimana di settembre, con la rimozione dei basamenti del serbatoio. Il tutto per 480 mila euro, con i ritardi che avevano già quest’estate allarmato il centrodestra.
Forse c’è stato qualche contrattempo, ragguaglio di cui chiede conto anche la consigliera d’opposizione Ida Tentorio (FdI), che ha presentato un’interrogazione sulla questione. Nel documento, corredato anche di foto, i lavori sembrano ben lontani dall’essere conclusi, almeno per la Casa di comunità. Una struttura per la quale la scadenza era lo scorso 30 settembre, quando in effetti sarebbe dovuta avvenire la consegna da parte del privato a Palazzo Frizzoni.
I soldi già spesi dal Comune
Quest’ultimo ha già sborsato quattro milioni di euro alla stipula dell’atto a marzo 2024, poi il 31 dicembre dello stesso anno un milione e mezzo di euro. A fine settembre 2025, in teoria a Casa di comunità ultimata, avrebbe dovuto dare dopo gli accertamenti sullo stato dei lavori un altro milione e mezzo a Redo. Per i lotti del polo educativo (da consegnare entro il 31 dicembre 2025) e dello spazio socio-culturale (scadenza 30 marzo 2027), infine, dovrebbe pagare rispettivamente un milione e poi duecentomila euro, a chiudere il cerchio.
Le risorse che il Comune si era impegnato a mettere alla firma dell’accordo erano state giustificate, ha spiegato Tentorio, come «acquisto di cosa futura» e «finanziamento anticipato dei futuri lavori».
I lavori sembrano lontani dalla conclusione
Tuttavia, la consigliera ha specificato che «non ci è giunta notizia, nemmeno a mezzo stampa, dell’atto di accertamento e di consegna dei locali della Casa della Comunità, previsto per il 30 settembre 2025, ed è vicina la scadenza del Polo Educativo».
Altro aspetto sottolineato, quello per cui al Comune la Asst Papa Giovanni XXIII, dopo la consegna del privato, avrebbe dovuto versare un contributo di un milione e seicentomila euro (provenienti da Regione Lombardia) per l’acquisto e l’arredamento dei locali. «Lo stato dei luoghi è quello delle fotografie» ha constatato, mostrando immagini di un edificio che appare spogliato dei rivestimenti e delle componenti che evidentemente andavano rimosse, ma che non è stato affatto riqualificato. Non ancora.
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In Consiglio comunale, Tentorio ha quindi domandato alla sindaca Elena Carnevali un riscontro sull’effettivo ritardo dei lavori, date certe sulla consegna di casa di comunità e asilo. Ha anche chiesto un resoconto dei pagamenti e dei solleciti alla società Redo per il rispetto delle scadenze, ma anche se la Giunta abbia intenzione di fare ricorso alle garanzie fideiussorie o a eventuali penalità giornaliere. «Tenuto conto – ha concluso – che il fornitore è già stato in maggior parte pagato».