Regione Lombardia ha approvato il programma di investimenti pluriennale 2025-2031 per la sanità, stanziando 317 milioni di euro per la Bergamasca su un totale di quasi otto miliardi destinati a tutta la Lombardia. Una distribuzione che, però, ha scatenato polemiche e malcontento avendo lasciato completamente escluse alcune strutture ospedaliere del territorio.
I fondi regionali, varati dalla Giunta Fontana attraverso l’assessorato al Welfare guidato da Guido Bertolaso, sono stati assegnati a quattro interventi principali: 100 milioni per la costruzione dell’ottava torre dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, 140 milioni per la ristrutturazione completa dell’ospedale Pesenti-Fenaroli di Alzano Lombardo, 60 milioni per l’ammodernamento del Bolognini di Seriate e 17 milioni per il potenziamento dell’ospedale di Piario.
Le esclusioni che fanno discutere
A essere completamente tagliati fuori dai finanziamenti sono gli ospedali di Treviglio, Romano di Lombardia e di San Giovanni Bianco. I primi due appartengono entrambi all’Asst Bergamo Ovest, che è la più grande del territorio, comprendendo l’Isola e numerosi comuni della Bassa. Assenze pesanti che hanno scatenato immediatamente le reazioni da parte di comitati, cittadini e amministratori del territorio.
Particolarmente accesa è stata la critica di Claudio Rozzoni, presidente dell’associazione Sanità per la Salute, da tempo attiva nella difesa del presidio sanitario della Bassa. Come riporta PrimaTreviglio, ha parlato di «letargo politico» degli amministratori locali che, sempre a detta sua, si sono dimostrati incapaci di difendere i bisogni sanitari del territorio. «Nemmeno un euro per Treviglio e Romano. Dopo le mancate richieste del Pnrr, i servizi ridotti, la fuga dei professionisti, ora anche il futuro degli ospedali è precluso», affonda Rozzoni, sottolineando anche come l’ospedale di Treviglio, nato per gestire casi acuti, oggi si ritrovi sommerso – a suo dire – da funzioni che non gli competono, con un pronto soccorso da anni senza una sistemazione definitiva.
Particolarmente pungenti anche le osservazioni dell’amministrazione di San Pellegrino Terme su San Giovanni Bianco: nel 2016 l’allora direttore generale dell’Asst Carlo Nicora aveva definito il presidio brembano «una sorta di ottava torre dell’ospedale Papa Giovanni». Oggi, mentre quest’ultimo riceve i suoi 100 milioni per la costruzione dell’ottava torre, San Giovanni Bianco non ottiene neanche un euro, dopo che, peraltro, il presidio brembano è finito recentemente in mezzo a polemiche legate alla carenza di personale.
La replica politica

Il consigliere regionale bergamasco della Lega, Giovanni Malanchini, ha tentato di ridimensionare le polemiche, spiegando che «non si tratta di nuovi fondi, ma di un passaggio tecnico per la progettazione». Tuttavia, ha riconosciuto le criticità: «La Bassa Bergamasca è rimasta troppo indietro, non solo in sanità ma anche nelle infrastrutture. L’Asst Bergamo Ovest è la più grande del territorio, comprende l’Isola e numerosi comuni. È tempo che venga riconosciuto il suo valore».
Secondo alcuni, dunque, la distribuzione dei fondi regionali evidenzia una sanità bergamasca sempre più a due velocità, con strutture in crescita da un lato e presidi che rischiano l’emarginazione dall’altro, alimentando tensioni in territori già provati da anni di tagli e carenze di personale.