«sempre presenti»

Foto e storie dell'aiuto degli alpini bergamaschi agli alluvionati in Emilia Romagna

Il coordinatore della Protezione civile Ana di Bergamo, Alessandro Arrigoni, ha fatto rientro in Lombardia nella notte tra il 22 e il 23 ottobre

Foto e storie dell'aiuto degli alpini bergamaschi agli alluvionati in Emilia Romagna
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di Monica Sorti

È tornato dall’Emilia Romagna nel cuore della notte tra il 22 e il 23 ottobre il coordinatore della Protezione civile Ana di Bergamo, Alessandro Arrigoni, dopo che nella giornata di venerdì era stata inviata la richiesta di squadre operative per l’allerta rossa. Fin da subito, la Protezione civile ha cominciato a preparare i camion e a caricarli, perché a seconda delle necessità i mezzi vanno attrezzati in modi diversi.

«C’erano già alcuni fiumi in piena, mentre per altri la criticità era attesa per la mezzanotte di domenica sera. Quindi per quel momento dovevamo già essere sul posto, perché poi sarebbe stato troppo difficile raggiungere le zone». La squadra di dodici persone della Lombardia allertata da Ana nazionale, della quale Arrigoni faceva parte, è partita domenica mattina alle 8. Oltre a questo primo team, Regione Lombardia ha inviato una seconda colonna con altri dodici volontari, per un totale di 24 operativi, dei quali sette di Bergamo.

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«All’inizio siamo stati destinati a Faenza, ma quando siamo arrivati sul posto la nostra presenza non era più necessaria e siamo stati dirottati su Bologna. Dal capoluogo ci hanno fatto poi deviare in provincia di Modena, ma qui il nostro ponte non serviva, perché è specifico per grandi volumi di acqua e non era quella la necessità del momento. Siamo rimasti un po' in stand by e alla fine ci hanno mandato a operare nel centro di Modena, in un palazzo enorme con più di dodicimila metri quadrati di scantinati allagati, con l’acqua che aveva raggiunto un metro e 60 di altezza». L’intervento per i grandi volumi di acqua da aspirare è stato concluso il 23 ottobre in tarda mattinata. «Poi ci vorrà un altro giorno e mezzo di lavoro per smontare e sistemare il tutto».

Nel frattempo, la squadra di Regione Lombardia, dotata di pompe più piccole, è stata assegnata a Imola, dove stanno svuotando scantinati di cascinali perché anche quella zona è molto disagiata. In Emilia Romagna c’erano volontari dei gruppi di Taleggio, Filago, Telgate, Presezzo e Villa d'Almè.

Ci sono poi stati i recenti interventi in Bergamasca. «Forse la nostra presenza è passata inosservata, ma c’eravamo anche a Bergamo - dice ancora Arrigoni -. Il 9 settembre, quando abbiamo finito con l’adunata di Curno ed è esondata la Morla, ci sono stati parecchi problemi e anche lì abbiamo fatto la nostra parte. Anche se non ci siamo fatti notare, eravamo presenti con più di una trentina di volontari. L’alpino non è più quello di una volta che andava in giro con il cappello ed era facilmente riconoscibile. Ora arriviamo con la divisa della Protezione civile, stiamo nel nostro, ma chi ci conosce trova il nostro loghino verde. Ci mescoliamo con le altre figure e non abbiamo questa necessità di ostentare che siamo lì a dare una mano. Perché gli alpini, quello che fanno, di solito lo scrivono sulla neve».

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Oltre a loro, altri volontari erano presenti nei Comuni della bergamasca che hanno avuto problemi. «Anche il 10 e il 12 ottobre, quando è stata diramata l’allerta rossa nella Bergamasca, c’erano 150 volontari sulla provincia. Tutte le nostre squadre sono state operative sul territorio, andando a controllare qualsiasi problematica e mettendosi a supporto dei Coc (Centro Operativo Comunale, ndr) che venivano aperti. Come sezione di Bergamo siamo anche intervenuti a supporto di quei nuclei che avevano esigenze maggiori, tra i quali Costa Volpino e Sarnico, che hanno avuto allagamenti nei quartieri per via del lago che si era alzato». I nuclei sono arrivati sul posto in tarda serata e hanno fatto il turno di notte. «Gli alpini ci sono stati e hanno risposto e così sarà anche per il futuro, finché la salute ce lo permetterà».

Ora si sta cercando di ringiovanire l’associazione, che ha più di 103 anni. «La mancanza del servizio militare non ci permette che questa cosa avvenga in automatico e facciamo fatica ad avvicinare le persone». Nonostante questo, Arrigoni ogni anno forma circa 110 volontari di Protezione civile: «La simulazione al Parco emergenziale di Curno ci è servita, perché ci ha permesso di essere super operativi in queste emergenze».

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