Foto e video del pellegrinaggio a Roma di tremila trevigliesi per incontrare Papa Francesco
Il viaggio a San Pietro in occasione del cinquecentesimo anniversario del miracolo della Madonna delle Lacrime
Quasi un abitante di Treviglio su dieci, questa mattina (sabato 23 aprile) si è recato a Roma per un'udienza privata con Papa Francesco nella sala Nervi, in occasione del cinquecentesimo anniversario del miracolo della Madonna delle Lacrime.
«Buongiorno e benvenuti. Ricambio di cuore il saluto del vostro arcivescovo. Siete in tanti. Forse a casa è rimasta... la Madonna delle Lacrime - ha esordito, scherzando, il Santo Padre -. A proposto di Madonna delle Lacrime, ce ne sono tante. Viene in mente subito quella di Siracusa, ma il vostro miracolo è molto più antico. Le lacrime di Maria sono un riflesso di quelle di Gesù, che ha pianto tante volte, di dolore ma anche di gioia».
Come riportato dai colleghi di PrimaTreviglio, la maggior parte dei circa tremila fedeli è partita questa mattina all’alba dalla stazione di Treviglio alla volta del Vaticano, a bordo di quattro treni speciali Frecciarossa che faranno ritorno a casa in serata. Per la città della Bassa si è trattato del più grande pellegrinaggio organizzato nella storia di Treviglio. Nonostante qualche apprensione della vigilia del viaggio: Papa Francesco, che ieri aveva annullato gli incontri in programma a causa di alcuni problemi di saluti, oggi ha confermato tutti gli appuntamenti presi in agenda.
L’udienza privata
Durante l’udienza privata, anticipata dalla lettura di una lettera da parte del parroco monsignor Norberto Donghi, il Papa si è rivolto ai trevigliesi parlando anche della guerra in Ucraina e del "bisogno di lacrime" che accomuna i cristiani. «La guerra sta distruggendo non solo l'Ucraina – ha detto il Papa -. Distrugge tutti i popoli coinvolti. Distrugge i vincitori, e anche chi la guarda con occhi superficiali, per vedere chi ha vinto e chi ha perso».
E sul miracolo della Madonna delle Lacrime ha aggiunto: «Da cinque secoli il vostro popolo è bagnato dalla tenerezza materna delle lacrime. Non dobbiamo vergognarci di piangere. Piangere è aprirsi, rompere il guscio di un io chiuso in sé stesso. Io credo che noi, in genere, che abbiamo perso l'abitudine di piangere bene. Piangiamo per un insuccesso, o quando tagliamo la cipolla. Ma il pianto vero, quello di Pietro quando si pentì, non ce l'abbiamo più. Di fronte allo scarto: dei vecchi, dei bambini scartati ancora prima di nascere. I senza dimostra fissa. Dovremmo chiedere il dono delle lacrime. E chiedetelo voi, che avete la Madonna alla mano. Per favore, chiediamo tutti la grazia di piangere. La vostra comunità porta proprio questo nome. È bello: è una pastorale della tenerezza, che poi è lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. Ne abbiamo tanto bisogno, di piangere».
Al termine dell'udienza, poco dopo le 12.30, i circa tremila trevigliesi in Sala Nervi hanno intonato per Francesco "Lodiamo Maria", l'inno (di autore anonimo) che racconta e celebra il miracolo.