Monte Saresano

Frana di Tavernola, i Comuni del Sebino preoccupati per l'attività del cementificio

I consiglieri regionali pentastellati si sono recati sul lago d'Iseo per fare il punto della situazione, che resta preoccupante

Frana di Tavernola, i Comuni del Sebino preoccupati per l'attività del cementificio
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A quanto pare, la frana del monte Saresano continua a muoversi. Sta rallentando ma non si è fermata. E quindi continuano a essere a rischio sia Tavernola Bergamasca che l’intero lago d’Iseo. Proprio per fare il punto della situazione e discutere delle azioni da intraprendere per la sicurezza degli abitanti del Sebino, come racconta PrimaBrescia, una delegazione del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle, nei giorni scorsi, ha incontrato il sindaco di Tavernola. L’obiettivo è uno: delocalizzare e riconvertire il cementificio.

«Il nostro territorio non può rischiare la propria esistenza e l’intera riconversione turistica in atto, per il business di pochi - ha commentato il consigliere regionale bergamasco Dario Violi -. Noi saremo sempre a fianco di questa Amministrazione, come di ogni altra che intenda caratterizzare la propria azione di governo attraverso la riqualificazione, la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini».

I documenti prodotti dalle Università incaricate di studiare il fronte franoso da oltre due milioni di metri cubi di materiale hanno evidenziato come l’attività mineraria condotta dal cementificio sia una delle concause che hanno generato l’accelerazione della frana che un anno fa aveva messo in allarme l’intero lago.

«Il cementificio è una presenza ingombrante sul lago d’Iseo - ha sottolineato Dino Alberti -. In Consiglio regionale abbiamo presentato, e ripresenteremo, atti volti a chiederne la riconversione. È evidente, scritto nero su bianco dalle relazioni tecniche, che il cementificio è una concausa della frana. Motivo per abbiamo chiesto a Regione Lombardia di ritirare l’autorizzazione all’estrazione dalla cava Ca’ Bianca. È una delle cause della frana stessa, ma l’unica su cui possiamo intervenire subito in maniera concreta. Regione, impedendo l’utilizzo di esplosivi ma continuando ad autorizzare l’escavazione con i martelli, ha preso a nostro avviso una posizione troppo blanda e permissiva. Sembra manchi il coraggio di assumere una posizione netta, attraverso cui scongiurare quello che purtroppo è ancora un rischio concreto, dal momento che la frana non si è fermata. Dobbiamo fare di tutto per fermarla e l’unica cosa che possiamo fare oggi è stoppare l’attività all’interno della cava. Dopodiché occorre pensare alla riconversione».

Anche i residenti de Le Squadre chiedono sicurezza

A chiedere che si fermino le escavazioni nella miniera Ca’ Bianca, dove si lavora con martelli demolitori e trivelle dalle 3 alle 6 tonnellate, sono anche i residenti della località Le Squadre di Vigolo, che continuano a vivere nella preoccupazione che da un giorno all’altro debbano evacuare nuovamente le proprie case perché la terra, sotto i loro piedi, sta franando a valle.

«Noi siamo sempre preoccupati: abbiamo una strada tutta rovinata, piena di crepe che pian piano si allargano (si vede a occhio nudo), su cui abbiamo paura a passare - ha spiegato la portavoce dei residenti, Felix Consoli -. Non sappiamo cosa dobbiamo fare: ci aspettiamo che un giorno ci dicano di nuovo di evacuare perché la frana sta crollando. Viviamo nell’incertezza, quando invece la casa dovrebbe essere un posto inviolabile, dove si può stare tranquilli».

Tavernola sollecita il G16: «Le sostanze stoccate sono un pericolo»

Occhi puntati, infine, anche sulle sostanze stoccate all’interno dell’azienda: ci sono calcare, gesso, solfato di ferro, oli, additivi e soluzioni contenti ammoniaca che, nel momento in cui la frana dovesse crollare, potrebbero finire nel lago danneggiando per decenni il suo ecosistema. Il G16 è stato nuovamente coinvolto sull’argomento tramite una lettera inviata a tutti i Comuni dall’Amministrazione di Tavernola. Dell’argomento si discuterà anche in Provincia di Bergamo nei prossimi giorni. È stata invece respinta la richiesta di un riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia).

«Come Comune di Tavernola abbiamo inviato alcune sollecitazioni ai sindaci del G16 affinché prendano posizione e intervengano nei confronti della decisione della Provincia di Bergamo», ha dichiarato il sindaco, Joris Pezzotti.

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