Giallo dell'agenzia viaggi di Seriate, parla la dipendente: «Non sono sparita, non venivo pagata»
Nuovi risvolti, che fanno luce su altri dettagli della vicenda. Il legale la difende: «Non aveva accesso al conto dell'agenzia»
Non è sparita nel nulla, fa sapere il suo legale Enrico Pollini, ma quel lunedì 7 agosto si trovava in Pronto Soccorso per alcuni accertamenti. Poi non si è più presentata al lavoro, perché «da cinque mesi non riceveva lo stipendio».
Nuovi risvolti nel giallo dell'agenzia Arlecchino Viaggi di Seriate, dove una quindicina (ma potrebbero essere di più) di clienti si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano dopo aver prenotato e pagato con largo anticipo le proprie vacanze, per poi scoprire che nessuna di quelle prenotazioni era stata realmente effettuata.
Dove sono finiti i soldi?
Un argomento che preme molto in questa vicenda è quello legato ai soldi: dove sono finiti quelli versati dai clienti? Per il titolare Mario Rossi, difeso all'avvocato Consuelo Locati, la signora «aveva l'operatività per poter effettuare prenotazioni, pagamenti e tutta la contabilità dell'agenzia». Tanto che Rossi avrebbe avanzato denuncia al Comando dei Carabinieri di Seriate per dei presunti soldi spariti dal conto corrente.
Dall'altro lato c'è la dipendente, che lavorava lì da ben vent'anni, che si difende: secondo la sua versione dei fatti, lei non avrebbe mai avuto accesso al conto corrente dell'agenzia, peraltro acceso con una banca solo online e dunque senza sportelli fisici. Quando c'era da saldare le prenotazioni - a detta sua - i clienti pagavano con contanti o assegni che lei versava prima sul proprio conto e poi successivamente girava la somma su quello della Arlecchino Viaggi.
A riprova di ciò, come riporta L'Eco di Bergamo, ci sarebbero tutte le documentazioni legate ai movimenti del conto corrente, che dipendente e legale avrebbero già consegnato nel pomeriggio di ieri - venerdì 12 agosto - ai Carabinieri di Seriate, i quali hanno già raccolto diverse denunce da parte dei clienti, oltre che quella del titolare. «Che fine abbiano fatto poi i soldi, non possiamo saperlo» ha aggiunto l'avvocato Pollini.
La dipendente in Pronto Soccorso
Sulla sua "sparizione", il legale giustifica: «Lunedì era in Pronto Soccorso. Poi non si è più presentata: da cinque mesi non riceveva lo stipendio». Stando a quanto ha raccontato la donna, pare che post-Covid l'agenzia abbia dovuto affrontare seri problemi finanziari e delle quattro dipendenti che vi lavoravano era rimasta soltanto lei. Nel frattempo, insieme al suo legale ha avviato l'iter tramite l'ufficio vertenze della Cisl per ricevere il licenziamento per giusta causa, chiedendo anche gli stipendi arretrati.
Presto dovrebbe farsi interrogare dal Pm per chiarire la propria posizione. E non esclude una denuncia per calunnia al titolare Mario Rossi. Una cosa è certa: l'agenzia resta chiusa e i clienti sono sempre più infuriati, specialmente chi non ha ancora ricevuto risposta dopo aver inviato una e-mail di spiegazioni all'indirizzo fornito sul cartello appeso alle vetrine dell'Agenzia di Galleria Italia. Federconsumatori Bergamo, nei giorni scorsi, si è fatta avanti invitando i «clienti truffati» a rivolgersi alla loro sede di via Garibaldi 3 per ottenere tutela legale e assistenza nel caso.