La cerimonia

Giardini di Piazza Dante intitolati a Enzo Tortora, la figlia: «Non è una provocazione, attenti alle parole»

Gori: «Bergamo ha un debito con Tortora e la sua famiglia». La giornalista, figlia dell'ex conduttore, educata ma dura nei confronti del procuratore capo Chiappani

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di Andrea Rossetti

Un monito «alla magistratura, verso chi svolge il delicato ruolo di amministrare la giustizia. E verso la stampa, perché anch'essa fu parte di questa storia». Così il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, nel tardo pomeriggio di oggi (sabato 17 giugno), ha spiegato la decisione di intitolare a Enzo Tortora i giardini di Piazza Dante, proprio davanti alla Procura di Bergamo.

«Caro procuratore, nessuna provocazione»

Presente tra il pubblico c'era anche il procuratore capo Antonio Chiappani, il quale nei giorni scorsi aveva chiesto al sindaco se questa scelta fosse «una provocazione» nei confronti dei magistrati. Da qui la spiegazione del sindaco, sulla quale però, subito dopo, si sono aggiunte anche le parole di Gaia Tortora, giornalista e figlia del protagonista di quella vergognosa e assurda vicenda giudiziaria che ebbe inizio esattamente quaranta anni fa.

«Non è una provocazione, mio padre non era un uomo socialmente pericoloso». Poi, facendo riferimento alla precedente targa dedicata a Enzo Tortora che era stata installata in Piazza Dante a inizio Anni Novante e che fu poi trafugata, Gaia Tortora ha aggiunto: «Qui c'era già una targa, ma venne rubata proprio davanti alla Procura e non ve ne siete neanche accorti...».

Gaia Tortora e il procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani

Dopo una stretta di mano con il dottor Chiappani, Gaia Tortora ha continuato: «La parola "provocazione" per descrivere una cosa del genere fa male. Fa molto male. State attenti quando usate le parole. Questa è solo una targa di una persona che ha vissuto un'esperienza allucinante e che è giusto che questa città ricordi in un altro modo».

Il "debito" di Bergamo, «città che sa soffrire»

Enzo Tortora, all'inizio del processo che lo vide ingiustamente imputato, passò proprio nel carcere di Bergamo alcuni mesi. Per questo, ha detto Gori, «Bergamo ha un debito con Enzo Tortora e la sua famiglia». Per questo, prima della cerimonia in Piazza Danta, Gaia Tortora ha presentato in Sala Galmozzi il suo libro dedicato al padre Testa alta, e avanti. In cerca di giustizia, storia della mia famiglia.

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L'intervento del sindaco Giorgio Gori

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L'intervento dell'assessore Giacomo Angeloni

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L'intervento del rappresentante dei Radicali, Giorgio Myallonier

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L'intervento di Gaia Tortora

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Lo svelamento della targa dedicata a Enzo Tortora

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Gaia Tortora con la targa dedicata al padre

Commosse le parole della giornalista, che ha ringraziato sentitamente i bergamaschi e Bergamo tutta, «una città che so che sa soffrire», mentre il sindaco Gori ha sottolineato come questa targa è dedicata «a tutte le vittime d giustizia», ricordando come la Costituzione richiami la «presunzione di innocenza, che è un cardine da rispettare sempre».

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