- Registrazione tribunale Bergamo n.7/2018
- ROC 15381
- Direttore responsabile Andrea Rossetti
- Gestione editoriale Media(iN) Srl
Contatti
- Email redazione@primabergamo.it
- Telefono 035235110
Pubblicità
-
Concessionaria
Publi(iN) Srl
- Email publiin@netweek.it
- Telefono 03999891
Info e note legali
© Copyright 2025 Media(iN) Srl
Tutti i diritti riservati.
Servizi informatici provveduti da Dmedia Group SpA Soc. Unipersonale Via Campi, 29/L 23807 Merate (LC) C.F. e P.IVA 13428550159 Società del Gruppo Netweek S.p.A. C.F. 12925460151
Come si fa a dimenticare quel bruttissimo periodo dove ogni giorno morivano centinaia di persone e non si capiva cosa fare ? Medici e infermieri e tutti quelli che hanno sacrificato la loro vita sono stati degli eroi veri. Solo degli idioti ignoranti riconoscono eroi gli influencer i fedez e ferragni e compagnia di nullità che approfittano dei cretini che le seguono. Capisco ed esprimo solidarietà a Lara di cui ho.letto tutta la frustrazione e la rabbia. Sappia che ci sono tante xsone che ringraziano ogni giorno per il lavoro suo e di tante persone come lei. Deve essere la politica a darvi aiuto e sostegno. Ma purtroppo siamo alle solite. Una massa di incapaci che oramai nessuno più vota schifato dalla loro incompetenza
Quando si sperimenta in modo così pesante l'esperienza della morte, del dolore e della paura come è successo a noi bergamaschi in particolare, è difficile uscirne migliorati.
Era l'occasione per introdurre in modo massiccio lo smart-working nel mondo del lavoro, invece vedo che le aziende lo stanno progressivamente riducendo.
Il fenomeno delle Grandi Dimissioni è una diretta conseguenza del COVID: molta gente ha capito che stava conducendo una vita poco appagante, e ha deciso di cercare qualcosa di meglio.
Siamo stati manipolati nel gioco con i bàri . Sulla scacchiera della vita ha vinto la morte! Siamo stati trattati a scarti umani. Non perdo più tempo in futili discussioni . La vita è come un pugno di sabbia ci scappa
Non ci dimentichiamo! Ci vorrebbe una nuova Norimberga per medici politici e giornalisti! Non vi preoccupate che non dimentichiamo.
La chiave di lettura sta tutta nelle prima frase: Il Covid è stato l’11 settembre di Bergamo e della Bergamasca. Buona riflessione a tutti...
Sono infermiera,ho vissuto il COVID professionalmente e personalmente mi sono ammalata di COVID stando in corsia giorno e notte con turni massacranti senza poter vedere la mia famiglia per mesi ...vi posso assicurare che tutti si sono dimenticati di quello che è successo.noi che eravamo i vostri eroi(così ci chiamavate)con quell'immagine persistente dell'infermiere che abbraccia l'Italia,siamo ritornati ad essere infermieri insultati e picchiati dai pazienti e parenti che per un nonnulla si rivolgono a noi talmente maleficamente da farti passare la voglia di andare a lavoro...no,il COVID non ha insegnato niente a nessuno ve lo posso assicurare,siamo solo diventati più egoisti e arrabbiati di prima....
Eravamo tutti sulla stessa barca? Come quel tale che è venuto a fare l'aperitivo sui Navigli per dirci di non stare a casa, ha preso il COVID è tornato a Roma e si è fatto curare in una clinica privata di lusso dopo che il suo partito per anni demonizza la sanità privata e dice che la sanità deve essere solo pubblica? Eravamo tutti sulla stessa barca? Come quell'altra tale che ha comperato migliaia di introvabili mascherine le ha portare giù aroma per farsi la scorza lui e quelli del palazzo politico e le ha comprate da una ditta bergamasca? Era il marzo 2020 si è fatto la scorta per lui portandole via dal luogo dove più servivano, dove i nostri morivano come mosche. Tutti sulla stessa barca un cavolo! Chi comanda non è lì solo a mettere il sedere sulla poltrona e a prendere l'auto stipendi. Deve assumersi le sue responsabilità. Io non dimentico.
Roberto ci regala il solito commento buonista, libero per me, libero per tutti, raccontando mezza verità. Primo mi addossa colpe che non ho, quasi caluniandomi, visto che non avevo e non ho alcun ruolo decisionale. È bene ricordare che la responsabilità è un fatto PERSONALE, le assoluzioni collettive e le amnistie sono tipiche dell'italianità peggiore, così come dire che la colpa è di tutti. No, io in questo caso di colpe non ne ho! Secondo Roberto ci racconta metà della storia, con la scusa dell'evento sconosciuto, i prevedibile. Però quando il virus è arrivato da noi erano due mesi che vedevamo scene apocalittiche in Cina tipo città con 10 milioni di abitanti isolata dall'esercito, ospedali da campo da miglia di posti allestiti in fretta e furia, gente che moriva come mosche. Non ci voleva un genio a capire che se arrivava da noi avremmo visto le stesse scene apocalittiche. La prima zona rossa da noi è di febbraio e chi il 5 di marzo diceva che non c'era motivo per stare a casa dopo il disastro che abbiamo avuto poi doveva assumersi le sue responsabilità, chiedere scusa e dimettersi. Invece è ancora lì. E magari doveva anche essere indagato.
Nessuno ha dimenticato,le cicatrici stentano a rimarginarsi ed il ricordo delle persone care che abbiamo perso,l'angoscia che permeava quei giorni in cui si sentiva solo il suono delle sirene,rimarrà per sempre nelle menti e nel cuore. Ma ovviamente la vita continua e non si può che riappropriarsi di quei piaceri e delle piccole gioie quotidiane che ce la rendono accettabile Ovviamente siamo cambiati ed abbiamo recuperato una filosofia di vita più legata al"carpe diem", che a progetti a lungo termine perché quanto è capitato ci ha veramente cambiato per sempre.
Penso sia sufficiente ascoltare con attenzione Sheep dei Pink Floyd e capirne il significato. Penso che il gregge si lasci pascolare anche solo per che la consapevolezza annienterebbe le illusioni. Le pecore sono masse incapaci di pensiero critico. Questo non permette loro di uscire dal labirinto che maiali e i cani gli hanno costruito intorno, un labirinto infinito composto di recinti e muri, per confinarle e renderle del tutto innocue. Trascorrono la vita pascolando per mangiare e dormire e riprodursi, solo con la vaga sensazione che c’è qualcosa di sbagliato nella società in cui vivono, senza la forza né il coraggio di capire che cosa sia. Tutto qui, come sempre.
Non sono d'accordo con Luca. Si cerca sempre un colpevole quando non si vogliono affrontare le proprie mancanze e responsabilità. In quel frangente eravamo tutti sulla stessa barca alla deriva in un mare sconosciuto e dannatamente ostico. Purtroppo alla fine la parte peggiore della natura umana ha prevalso, quella arrivista, arrogante e priva di empatia e rispetto per gli altri. Io voglio andare controcorrente ringraziando ancora tutti quelli che hanno fatto la loro parte nel dolore e nell'incertezza di quei momenti drammatici. A me qualcosa è rimasto: ho abbassato i ritmi, mi sono liberato di un po' di cose superflue e sono più tollerante ed empatico con tutti. E vi dirò che alla fine si sta molto meglio.
Penso che non se ne ricordi nessuno, salvo i parenti stretti delle vittime, la massa preferisce dimenticare. Penso anche che nessuno sia stato chiamato a rendere conto dei suoi errori. Dal presidente del consiglio di allora, al suo ministro della sanità e giù giù fino a arrivare a chi qui a Bergamo ancora il 5 marzo scriveva sul suo profilo Facebook che non c'era motivo per non uscire di casa. Tre giorni dopo eravamo in lockdown. È ancora al suo posto, non ha chiesto scusa, non ha pensato bene di dimettersi e nessuno gli ha chiesto mai conto di quello che ha fatto. Come a tutti quelli sopra di lui, su, su fino alla allora capo del governo.