Gli orfani ucraini ospiti in Bergamasca resteranno almeno fino alla fine della scuola
Alla fine, la richiesta di rimpatrio avanzata dal console di Kiev non è stata accolta. In un vertice in Prefettura si è optato per un rinvio di un anno
Si è tenuta la mattina di oggi (mercoledì 6 settembre), alla Prefettura di Bergamo, l'attesa riunione tra il prefetto Giuseppe Forlenza, la presidente del Tribunale dei minori di Brescia Cristina Maggia, i sindaci di Rota Imagna, Bedulita e Pontida e il console generale dell’Ucraina per valutare il destino degli orfani ucraini ancora ospitati in Bergamasca.
Gli orfani ucraini restano in Bergamasca
In seguito all'incontro, è trapelata la notizia che i piccoli resteranno nella nostra provincia ancora per un anno, o almeno fino alla fine dell'anno scolastico che sta per iniziare. Una decisione che "ripaga" gli sforzi dei primi cittadini bergamaschi accogliendo la loro richiesta, avanzata anche dalle famiglie e dai tutori che dalla primavera del 2022 hanno preso in carico il gruppo di bambine e bambini.
Si tratta di una decisione importante, dopo che a metà agosto il consolato generale dell'Ucraina a Milano aveva avanzato richiesta ufficiale di rimpatrio dei 67 minori ancora presenti nella nostra provincia entro l'1 settembre. Una richiesta che era stata stoppata dalla presidente del Tribunali di minori di Brescia (competente anche per Bergamo), la quale aveva espresso la volontà di ascoltare il parere anche dei piccoli su un loro eventuale ritorno in Ucraina e fissato l'appuntamento tenutosi oggi in Prefettura.
Frequenteranno qui questo anno scolastico
Alla fine, una quadra è stata trovata. Un passo importante dopo che in estate 34 degli orfani, quelli un po' più grandicelli, erano stati riportati in Ucraina (non senza qualche mugugno a Rota Imagna, Bedulita e Pontida). Questi ultimi sono rimasti in contatto con i loro piccoli amici restati nella nostra provincia - alcuni sono anche fratelli e sorelle - e pare abbiano raccontato come non siano proprio felici di essere tornati in patria.
Inoltre, il gruppo di famiglie che si è preso in carico la cura degli orfani rimasti qui aveva scritto una lettera al Tribunale dei minori esprimendo tutte le perplessità e la preoccupazione circa un ritorno in Ucraina dei piccoli: si tratta di un Paese ancora in piena guerra. Consentire loro di restare qui e di completare in Italia almeno questo anno scolastico sarebbe stata una buona cosa. Una posizione che, alla fine, è stata quindi condivisa da tutte le autorità in campo, compreso il consolato generale di Kiev.