il caso

Patente sospesa per 83 anni invece che per uno: nessun risarcimento

Il Tribunale di Brescia ha respinto la richiesta di risarcimento presentata dall'uomo, un muratore bergamasco 40enne originario di Montello

Patente sospesa per 83 anni invece che per uno: nessun risarcimento
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Un errore amministrativo ha costretto un muratore bergamasco di 40 anni ad affrontare un vero e proprio calvario burocratico. L'uomo, originario di Montello, si è visto sospendere la patente per ben 83 anni anziché per i 12 mesi previsti. Nonostante il riconoscimento dell'errore da parte della Prefettura di Bergamo, il Tribunale di Brescia ha respinto la sua richiesta di risarcimento.

L'incredibile svista

La vicenda ha inizio nel 2014, quando l'uomo venne fermato alla guida in stato di ebbrezza. La sanzione prevista era chiara: sospensione della patente per un anno. Tuttavia, durante l'inserimento dei dati nel sistema informatico, un dipendente della Prefettura di Bergamo ha erroneamente registrato la durata della sospensione come 999 mesi (equivalenti a 83 anni) invece dei 12 mesi stabiliti.

Per il 40enne bergamasco, questo banale errore di digitazione ha avuto conseguenze devastanti. Nell'impossibilità di riottenere la patente in Italia, l'uomo ha dovuto cercare soluzioni alternative, decidendo infine di trasferirsi in Svizzera dove ha rifatto l'esame di guida e ottenuto una nuova patente. Nel frattempo, ha lavorato anche in Germania e attualmente è impiegato come lavoratore stagionale in territorio elvetico.

«Quando torno in Italia, sono costretto a spostarmi esclusivamente con i mezzi pubblici» ha dichiarato l'uomo a L'Eco di Bergamo, sottolineando come questa limitazione abbia rappresentato un ulteriore ostacolo nella sua vita personale e professionale.

Risarcimento negato

Convinto di aver subito un'ingiustizia, il muratore ha deciso di intentare causa contro il Ministero dell'Interno e la Prefettura di Bergamo, chiedendo un risarcimento per i danni subiti. Nei giorni scorsi è arrivata la sentenza del Tribunale di Brescia che, pur riconoscendo l'errore amministrativo, ha respinto la richiesta di risarcimento.

Secondo i giudici, il ricorrente non ha fornito prove sufficienti di un danno economico concreto derivante dalla perdita di opportunità lavorative. Il Tribunale ha infatti evidenziato che l'uomo è comunque riuscito a trovare impiego all'estero con contratti regolari. Inoltre, la sentenza ha stabilito che l'obbligo di utilizzare i mezzi pubblici non può essere considerato un danno risarcibile secondo la giurisprudenza attuale.

La decisione del Tribunale ha anche sottolineato l'assenza di prove riguardo alla presunta perdita di legami familiari in Italia causata dalla situazione. Come se non bastasse, l'uomo è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali.

L'amarezza del protagonista

«A causa di un errore burocratico, mi sono ritrovato senza patente per un periodo enormemente più lungo del previsto. Ho perso occasioni lavorative e mi sono dovuto trasferire all'estero per rifarmi una vita - ha raccontato il 40enne con evidente amarezza -. Nonostante ciò, il Tribunale ha respinto la mia richiesta di risarcimento. È una grande ingiustizia».

Commenti
Andreas

Le sentenze giuste arrivano solo per gli inmanicati e gli amici giusti , per il resto dei comuni mortali arrivano sempre sentenze che sono contro qualunque logica , perché il giudice fa quello che vuole .....c' era bisogno di prove per non fare pagare almeno le spese processuali ? I giudici sono una casta inutile ....sono per lo più inutili ....

Venanzio

E perché la pubblica amministrazione NON PAGA MAI per le conseguenze devastanti che subisce il cittadino a causa di un errore imputabile all'operato di un proprio dipendente? E se fosse avvenuto il contrario? Questa è ingiustizia bella e buona. Fossi in lui cambierei cittadinanza e manderei tutti a ...........

Roberto

Se chi sbaglia, dovesse pagare per gli errori. Tante risatine da parte di chi non lavora correttamente passerebbero

Maurilio

Benchè esista l'art. 21 nella nostra costituzione, se scrivessi quello che sto pensando, finirei sicuramente in carcere ! Ergo : mi/ci tocca mangiare merda, masticarla, dire che è buona e chiedere il bis !

Beppe

Vergogna, chi può se ne vada.

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