quanto prendono?

Gli stipendi d'oro dei manager delle società pubbliche di Regione (molte sono in rosso)

La Corte dei conti ha messo in luce alcune criticità in partecipate, come Pedemontana e Aria, e attenzionato il compenso ad Arnoldi (Cal)

Gli stipendi d'oro dei manager delle società pubbliche di Regione (molte sono in rosso)
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di Andrea Rossetti

Fare i conti in tasca a qualcuno non è bello. Se però quei soldi sono nostri - e cioè pubblici -, una deroga alle norme della buona educazione è consentita. Del resto, a sollevare il problema nei giorni scorsi è stata la Corte dei conti, ovvero l’organo che ha funzioni di controllo e giurisdizionali sulla contabilità pubblica.

Il 17 luglio, i giudici contabili hanno parificato (ovvero approvato) il rendiconto 2024 di Regione Lombardia. Hanno però anche rilevato alcune criticità, incentrate in particolar modo sulle partecipate regionali e sulle retribuzioni di alcuni manager. In particolare, la lente dei giudici s’è soffermata sulla società Autostrada Pedemontana Lombarda Spa, la quale, nonostante «un forte indebitamento di oltre 1,1 miliardi di euro», continua a registrare «perdite di esercizio», al punto che il costo per chilometro della tratta «sale a quasi 52 milioni».

Giudizi non lusinghieri sono stati poi espressi per altre due partecipate, ovvero Finlombarda Spa, che presenta un indebitamento di 461 milioni, e Aria spa, la centrale acquisti di Regione, la cui gestione è stata definita «critica».

Quelli citati sono tre enti totalmente controllati da Regione e anche per questo i rispettivi vertici hanno remunerazioni contenute (o addirittura nulle), a parte rare eccezioni: Luigi Roth, presidente di Pedemontana, non percepisce alcun compenso, mentre i quattro componenti del Cda ricevono ventimila euro annui lordi ciascuno; Andrea Mascetti, presidente del Cda di Finlombarda, guadagna 45 mila euro lordi l’anno, mentre Giovanni Rallo, direttore generale, ha un compenso lordo di 200 mila euro; Marco Ambrosini, presidente di Aria, non riceve un compenso, mentre i componenti del Cda ricevono una retribuzione lorda annua di 40 mila euro.

Gianantonio Arnoldi
Gianantonio Arnoldi

Si tratta di dati importanti perché collegati all’ultima criticità sottolineata dalla Corte dei conti, ovvero il presunto «superamento» del limite di 240 mila euro (fissato dalla legge per le retribuzioni di amministratori, dirigenti e dipendenti delle società a controllo pubblico) «relativo al compenso percepito dall’amministratore delegato di Cal Spa (Concessioni autostradali lombarde, ndr)», il bergamasco Gianantonio Arnoldi. Secondo i giudici, «il mancato recupero della quota eccedente pagata all’amministratore di società pubblica è suscettibile di integrare gli estremi del danno erariale». Cioè percepisce un compenso troppo alto.

L’amministratore delegato - che sta seguendo, tra le altre cose, anche la realizzazione della Pedemontana e della Bergamo-Treviglio - prende da Cal oltre 150 mila euro annui lordi, a cui vanno aggiunti altri 195 mila euro annui lordi da Fnm Spa (di cui è vicepresidente), società quotata il cui capitale è però detenuto per oltre il 70 per cento da Regione e Ferrovie dello Stato. Totale, oltre 345 mila euro. Mica male. In una nota stampa, Cal ha tuttavia spiegato che «i compensi percepiti dal dott. Arnoldi sono pienamente conformi alla normativa vigente. Infatti, parte di questi proviene da Fnm Spa, società quotata in Borsa, alla quale non si applica il limite retributivo previsto. Di conseguenza, non sussiste cumulabilità con altri compensi provenienti da altre società pubbliche». (...)

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