I cacciatori di Orio al Serio denunciano: «Vediamo sempre meno rispetto per la natura»
Archiviata con successo la festa, la sezione di Orio al Serio guarda ora al 2025, anno del cinquantesimo. L’intervista al presidente Arici
di Monica Sorti
La Sezione Cacciatori di Orio al Serio, affiliata alla Federcaccia, archivia con grande successo la tradizionale festa, che si è tenuta un paio di settima fa e si accinge a festeggiare con il 2025 i cinquant’anni dalla sua costituzione.
Nata nel 1975 da un gruppo di amici con lo scopo di portare avanti la propria passione e di organizzare manifestazioni venatorie nel rispetto della natura, l’associazione è arrivata a contare attualmente 62 cacciatori tesserati, oltre a una quarantina di soci simpatizzanti.
«Il nostro gruppo è stato costituito da mio fratello insieme ad altri soci del paese», racconta il presidente Francesco Arici. «Siamo una sezione comunale e io ne sono entrato a far parte nel 1982». Partiti in una decina di soci fondatori, il primo gruppo contava una quarantina di affiliati che si ritrovavano al Bar Alpino del paese. «Ai tempi c’erano tanti cacciatori locali, mentre adesso arrivano anche da altri paesi».
E se i primi erano più legati al territorio, ora che in zona l’ambiente cacciabile si è ristretto, occorre spostarsi o verso la Bassa o in altre regioni. «Con il passare degli anni c’è stato un grosso cambiamento e quando comincia la stagione di caccia, che ha preso il via un paio di settimane fa, ci spostiamo». Stagione che poi ufficialmente termina il 31 gennaio, anche se già dal 31 dicembre si può cacciare ma con molte limitazioni. «Qua da noi va per la maggiore la caccia alla penna. C’è poi la caccia alla lepre e la caccia al cinghiale, che sta prendendo piede, visto anche l’aumento di questa specie nelle nostre zone».
E se prima la caccia era libera, ora è gestita dagli ambiti territoriali. «Per entrare nelle aree di caccia occorre richiedere il permesso e compilare una domanda. Se viene accettata, si paga una quota e si può cacciare in quella zona», spiega Arici, che caccia selvaggina da penna con il cane da ferma. I cani svolgono un ruolo importante in questo sport e ciascuna razza ha la sua particolarità. «Per cacciare bisogna avere un bell’allenamento, si fanno parecchi chilometri durante una giornata per battere il territorio. Il bello della caccia è che può essere praticata da tutti a qualsiasi età. Abbiamo il settantenne così come il ventenne. E non c’è l’ambizione di tornare a casa con tanta roba, ma con pochi capi cacciati con la passione del cane, con l’animale che lavora bene e ci gratifica».
Il presidente sottolinea il grande legame che ogni cacciatore ha con il suo cane (...)
DA CHE PULPITO!