Proposta di Radicali e +Europa

I giardini di Piazza Dante verranno intitolati a Enzo Tortora, «simbolo della ricerca di verità e giustizia»

Il conduttore fu vittima di un clamoroso errore giudiziario, che lo portò a passare quasi sette mesi in carcere, gran parte dei quali a Bergamo

I giardini di Piazza Dante verranno intitolati a Enzo Tortora, «simbolo della ricerca di verità e giustizia»
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Saranno dedicati a Enzo Tortora i giardini di Piazza Dante. Nella scorsa seduta di Giunta, l'Amministrazione ha raccolto la proposta di intitolazione arrivata dai Radicali e +Europa di Bergamo, con l'accordo della Commissione toponomastica del Comune. Già in passato, nella stessa piazza, fu posta una targa a lui dedicata, poi trafugata da ignoti.

Simbolo della ricerca di verità e giustizia

Il noto conduttore, autore televisivo e radiofonico, attore, giornalista e politico italiano, è stato scelto come «simbolo della ricerca di verità e giustizia». Enzo Tortora fu vittima di un clamoroso caso di errore giudiziario che lo portò a essere imputato di gravi reati sulla scorta di accuse, formulate da soggetti provenienti da contesti criminali, addirittura di associazione camorristica e traffico di sostanze stupefacenti.

La detenzione al carcere di Bergamo

Rimase quasi sette mesi, tra l'estate dell''83 e il gennaio '84, in carcere, e gran parte di questo periodo lo passò proprio nel penitenziario di Bergamo. Lo ricorda la figlia Gaia Tortora: «Ringrazio il Sindaco Gori e la Giunta per aver pensato a mio padre. Mi date in questo modo l'opportunità di non legare alla splendida città di Bergamo solo quel terribile ricordo di mio padre rinchiuso in quel carcere. Lì dovevo venire per incontrarlo. Ricordo ancora quel tavolo lungo che ci divideva, e le braccia allungate per stringerci almeno le mani. Con questa iniziativa potrò restituire il respiro alla sua memoria. La libertà passeggerà nei giardini della piazza. E io con essa».

Europarlamentare con il Partito Radicale

Dopo il periodo passato in carcere, Tortora ottenne gli arresti domiciliari e tornò a casa, a Milano. Accettò la candidatura alle elezioni europee con il partito Radicale nel giugno del 1984. Prima di andare a Strasburgo fece visita al carcere di Bergamo, ma il periodo da europarlamentare non durò molto, perché il 17 settembre 1985 venne condannato a dieci anni di carcere e a dicembre decise di dimettersi dalla carica politica, finendo nuovamente agli arresti domiciliari. Il 15 settembre 1986 la Corte d’Appello di Napoli assolse Tortora con formula piena e il 13 giugno 1987 arrivò la conferma anche dalla Corte di Cassazione conferma l’assoluzione. Il conduttore morì l'anno dopo, nel 1988.

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