I lavori per sistemare ponte Marzio tra Gorle e Scanzorosciate slittano
Manca l’ok della Soprintendenza. Le operazioni di riqualificazioni sarebbero dovute iniziare questa estate. C’è rammarico da parte delle amministrazioni dei comuni interessati data l’importanza dell’intervento per il quale sono stati stanziati fondi statali
Questo ponte non s’ha da sistemare. Basta aggiustare un po’ la famosa frase manzoniana per trovare il sugo del discorso sul futuro di Ponte Marzio, antica via romana che con le sue tre arcate connette Gorle a Scanzorosciate. I lavori per la sua sistemazione e messa in sicurezza sarebbero dovuti iniziare proprio con l’arrivo di questa estate. Tuttavia, manca ancora l’avallo della Soprintendenza, che non ha ancora dato il proprio sì al progetto definitivo necessario per appaltare i lavori.
La notizia è stata comunicata dal settore viabilità della Provincia di Bergamo alla stessa Amministrazione provinciale e ai comuni di Scanzorosciate e di Gorle.
«Nonostante i solleciti mandati dalla Provincia tra marzo e maggio, infatti, e le rassicurazioni da parte della stessa Soprintendenza, l'autorizzazione che sarebbe dovuta arrivare entro aprile, ad oggi non c'è e quindi non è possibile procedere» ha scritto sui sui social Davide Casati, primo cittadino di Scanzorosciate. Aggiunge: «E siccome questo genere di lavori sono fattibili solo d'estate, quando il flusso di traffico diminuisce in concomitanza con le ferie e la chiusura delle scuole, per un altro anno tutto è bloccato in attesa ormai della prossima estate. Un vero peccato, primo perché si tratta di lavori di grande importanza, secondo perché i fondi sono stati reperiti e così resteranno 'congelati' invece che spesi a favore del territorio, in attesa del 2023». Le operazioni di riqualificazione, che sarebbero dovute iniziare a breve, riguardano l’ampliamento del ponte nel suo ingresso da Gorle, dove l’attuale spigolo ad angolo retto crea rallentamenti e code dei flussi in entrata e la riqualificazione dei parapetti. Ormai degradati e ammalorati, nonché non più a norma di legge in quanto alti soltanto 85 centimetri, tali parapetti rappresentano un forte rischio per la sicurezza di cittadini e passanti. Per l’intervento, sono state messe in campo risorse statali per un valore di cinquecento mila euro, ora bloccate in attesa che qualcosa si muova e quell’agognato sì possa arrivare dalla Soprintendenza dopo una simile attesa.
Il sindaco di Gorle Giovanni Testa: «Inspiegabile questa lungaggine burocratica: non so a cosa si riferisca, se ad una soluzione tecnica o ad un passaggio procedurale. Sta di fatto, che questi lavori potevano essere un segnale forte di attenzione al territorio, così gravato dal peso del traffico. E soprattutto di vicinanza alle comunità che lo vivono, e che attendevano questo progetto. Certo, meglio rimandare che annullare, ma simbolicamente questo intervento era un segno di operatività solidale verso quelle comunità che guardavano con speranza ad un imminente intervento risolutore. Invece, si rinvia. Peccato».
C’è rammarico per un intervento che ormai si vedeva alle porte su un ponte le cui pietre nei secoli hanno visto il passaggio di truppe ed eserciti e forse anche, qualcuno narra, dello stesso Giulio Cesare. La data di costruzione sembra risalire fino ai tempi della repubblica romana e che per lungo tempo è rimasto l’unico passaggio per la discesa dalle Alpi Germaniche verso Bergamo.