I nostri boschi di abeti rossi stanno morendo, è allarme sulle montagne bergamasche
Il killer dei boschi ha un nome: bostrico tipografo. Le immagini che arrivano dalla Val Seriana e dalla Val Brembana spaventano
di Paolo Aresi
È uno spettacolo impressionante: sulla montagna salgono lunghe file, plotoni, battaglioni di abeti nudi, scheletrici, come se fosse passato sopra di loro un lungo e innaturale inverno. Perché l’inverno climatico è amico degli abeti e non ruba mai il verde, anche sotto la neve. Invece adesso stanno lì, sopra Valcanale, in alta Val Seriana, e fanno pena e spaventano. Il loro inverno è la morte e la morte ha il nome di un killer spietato: bostrico tipografo.
È un insetto, una creatura minuscola, da sempre nemico degli abeti rossi. Entra nei tronchi, scava gallerie che quando apri il legno le puoi vedere e disegnano linee che si intersecano, formando suggestivi disegni. Per questo il nome di “tipografi”.
Il bostrico è sempre stato nemico degli abeti, ma l’offensiva scatenata negli ultimi tre anni si sta dimostrando catastrofica per i boschi. Ma perché nei decenni scorsi si riusciva a contenere le infestazioni mentre ultimamente non si riesce più a frenarle? Colpa di mancati interventi preventivi? O ci sono altre ragioni?
Sembra che la tempesta Vaia che investì anche la Bergamasca alla fine di ottobre del 2018 abbattendo migliaia di alberi abbia influito: i venti raggiunsero l’intensità che si manifesta negli uragani, sfiorando i duecento chilometri all’ora.
Quella distruzione non è mai stata bonificata a sufficienza: troppo costoso portare a valle i tronchi. E i tronchi non rimossi, migliaia e migliaia, marcendo, hanno favorito la riproduzione di questi terribili insetti. La Regione Lombardia quantificò in quaranta milioni di euro i danni provocati da Vaia al nostro patrimonio boschivo.
Ci sono alcuni studiosi dei boschi che paragonano la diffusione del bostrico per le piante alla pandemia di Covid per gli esseri umani. In realtà, per gli alberi le cose vanno ben peggio: il Covid è stato arginato grazie alle vaccinazioni e alla prevenzione, invece il bostrico continua a dilagare minacciando la sopravvivenza dell’abete rosso nelle nostre valli.
Gli attacchi riguardano il territorio di Ardesio, da Cacciamali a Valcanale e al Rifugio Alpe Corte; il territorio di Gromo nella zona del Coren del Cucì e del monte Redondo; l’area di Gandellino al Coren Negher; il Comune di Valbondione nella direzione di Lizzola. In Val Brembana si calcola che 350 ettari di bosco siano stati devastati nel solo territorio di Branzi: una enorme macchia grigia nel verde.
Ma i danni maggiori pare si registrino nel territorio di Ardesio, in Val Seriana (...)